E se la vicenda Banca Etruria contribuisse anche al dissesto del Pd?

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Di Redazione Metropolitan

Una nuova bufera sta colpendo in queste ore il Pd e il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi. Un nuovo filone di inchiesta, infatti, è stato aperto sul crac di Banca Etruria nell’ambito del processo che vede sotto osservazione la risoluzione per dissesto di Banca Etruria, Banca Marche, Carife e Carichieti.

Banca Etruria e le altre banche, definite “bad bank”, sarebbero state salvate a scapito dei cittadini, anche vendendo prodotti inadatti ai clienti. Quanto a Banca Etruria, però, ci sarebbe stato un intervento diretto della Boschi, quando era ancora Ministro per le Riforme Costituzionali e i Rapporti con il Parlamento, per chiedere a Federico Ghizzoni, ex ad di Unicredit, che la Etruria, presso la quale il padre era stato anche vicepresidente, fosse salvata prioritariamente.

Questa ricostruzione è paventata anche dall’ex Direttore del Corriere della Sera Ferruccio De Bortoli, costatagli anche una citazione in giudizio da parte della stessa Boschi per risarcimento danni dovuti ad una, presunta (e che rimarrà tale non avendo la Boschi ottemperato ad esperire apposita querela nei tempi di legge) diffamazione.

Ciò che preme maggiormente sottolineare, però, è che l’ulteriore filone di indagine nel quale è coinvolto anche Pierluigi Boschi, per la vendita delle obbligazioni subordinate alla clientela retail di Banca Etruria, arriva come un fulmine a ciel sereno. Poche ore prima, infatti, il procuratore di Arezzo Roberto Rossi, che si sta occupando dell’inchiesta, sembrava aver dichiaratamente scagionato, davanti alla Commissione di Inchiesta sulle Banche, Pierluigi Boschi, decretandone l’estraneità ai fatti.

L’apertura di un nuovo procedimento, a carico anche di Pierluigi Boschi, invece, ha fatto pensare molti che Rossi avesse mentito davanti ai membri della Commissione.
Tuttavia, lo stesso Rossi si difende: “Tutto quello che avevo da dire l’ho detto in commissione. Non ho nascosto nulla circa la posizione del consigliere Boschi in relazione alle domande che mi venivano poste. Le domande hanno riguardato i fatti in oggetto e non, in alcun modo, le persone iscritte nel registro degli indagati“.

La situazione, già tesa da diversi mesi, ha scatenato le critiche degli esponenti dell’opposizione, soprattutto da parte di M5S, tanto che Grillo sul suo blog scrive:

Il Pd prima usa le banche per coltivare potere e clientele. Poi, quando le ha definitivamente scassate, lascia sul lastrico i risparmiatori“.

Le critiche sono state rimandate tutte al mittente con un’insignificante risposta di Matteo Renzi che afferma, pur di non prendere posizione sul caso: “Siamo totalmente impegnati nella campagna di ascolto nel cuore del nostro Paese ci occupiamo dei problemi reali delle persone e le polemiche le lasciamo a chi vive di quello“.

Secondo gli esponenti del Pd, e la stessa Marie Elena Boschi, infatti, l’acceso dibattito su Banca Etruria ha uno scopo ben preciso, quello di attaccare trasversalmente il partito e alcuni tra i suoi più importanti componenti.

Non mettere in chiaro la situazione, però, potrebbe giocare un brutto scherzo al Pd, soprattutto alla vigilia delle prossime elezioni. Tanti sono, infatti, i risparmiatori che sono rimasti danneggiati dalla vicenda Banca Etruria & Co e che, a prescindere da un diretto coinvolgimento dei soggetti in questione, probabilmente non avranno più fiducia nel Partito Democratico e nei suoi componenti di governo.
Decisiva, per fare chiarezza, potrebbe essere l’audizione di Ghizzoni, come quella di Draghi, che sono state chieste fino ad ora ma che non sono invece state ancora accordate.

Di Lorenzo Maria Lucarelli