Sono passati 40 anni da quei maledetti 343 giorni in cui l’allora ragazza Barbara Piattelli venne rapita sotto gli occhi della madre. Un sequestro mafioso di matrice ‘ndranghetista tutt’ora rimasto impunito. Ad oggi quindi nessuna giustizia per più di un anno di sofferenze subite.

Barbara Piattelli, un caso che continua a far discutere

Photo Credits: HuffPost Italia

Correva l’anno 1980 quando la 27 enne Barbara Piattelli, figlia del noto stilista Bruno (il primo a mandare anche gli uomini in passerella), veniva sequestrata da una banda ‘ndranghetista. Ieri, in seconda serata su Rai 3, per la serie: “Racconti Criminali” si è cercato perciò di mettere luce su un caso dai risvolti più che discutibili.

La giovane fu purtroppo protagonista di uno dei sequestri a scopo di estorsione più lunghi subiti da una donna. Durante il rapimento venne trascinata a forza su una berlina di colore scuro, mentre la madre era riversa per terra nel garage. I sequestratori, da quel momento in poi, le fecero indossare un casco infilato al contrario, così che la vittima non potesse vedere dove la stessero portando. Un viaggio tortuoso che finì sui monti dell’Aspromonte (Calabria).

Così Barbara ricorda quei giorni orribili:

Erano giornate senza fine, delle quali mi è rimasto ancora il freddo addosso. Mi viene chiesto spesso come sia riuscita a sopportare tutto quel dolore. Ma quando ti trovi in situazioni estreme, l’istinto di sopravvivenza ti dà il coraggio anche di resistere in condizioni disumane.

Nonostante il calvario, tutt’ora il suo sequestro non viene riconosciuto come mafioso ed i due criminali sono rimasti impuniti. La famiglia ha sempre protestato contro questo caso di malagiustizia. Il padre stesso (deceduto nel 2021) rilasciò un durissimo messaggio:

Non siamo riusciti a ottenere giustizia, nessuna condanna, nessuno che abbia mai pagato. E la beffa più amara è che lo Stato non abbia trovato il modo di correggere il regime fiscale per evitare che sui soldi che ci furono prestati dalle banche, circa un miliardo di lire, fossimo costretti addirittura a pagare anche le tasse.

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Edoardo Baldoni