Batora: Lost Haven recensione, un action post-apocalittico

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Di Federica Giorgi

Batora: Lost Haven Recensione in breve: l’action di Stormind Games uscito lo scorso anno è un prodotto nella media. Il gameplay talvolta ripetitivo viene controbilanciato da uno stile grafico molto interessante e delle cutscene decisamente ben realizzate. Tecnicamente impeccabile, peccato per gli ambienti di gioco che ho trovato abbastanza scarni. La trama è leggermente banale ma riesce a contestualizzare bene il gameplay, rendendo il tutto un tantino più intrigante.

BATORA: LOST HAVEN RECENSIONE | VERSIONE PC

(Disponibile anche su Playstation 4 e 5, Xbox One e Series S|X e Nintendo Switch)

VOTO: 7.5

+Cutscene e stile grafico ben realizzate
+Tecnicamente a un buon livello
+Trama ben contestualizzata

-Gameplay talvolta ripetitivo
-Ambienti vuoti
-…ma banalotta
-Meccanica delle scelte troppo ovvia

batora lost haven

Batora: Lost Haven, un po’ di banalità

In Batora: Lost Haven interpretiamo Avril, una ragazza che vive in un mondo post-apocalittico e che cerca assieme a una sua amica un modo per salvare il suo pianeta.
Durante una delle solite ricognizioni della sua zona, la nostra protagonista si ritrova su un altro pianeta, dove ottiene i poteri del Sole e della Luna con i quali potrà salvare la Terra e i suoi affetti. Le due divinità che le donano i poteri le spiegheranno poi che per raggiungere il suo scopo dovrà distruggere il nucleo di quattro pianeti corrotti e che nel farlo si ritroverà a combattere contro delle presenze oscure.
La trama indubbiamente riesce a dare un buon contesto al gameplay, peccato che sia una storia già sentita e risentita e che, per questo motivo, non riesca a creare il pathos che vorrebbe.

La meccanica delle scelte | Nel gioco avremo la possibilità di compiere delle decisioni che andranno a influenzare il nostro allineamento karmico, portandoci a tendere dal lato del difensore o da quello del conquistatore. L’idea in sé non è malvagia se non fosse che le risposte ci vengono indicate con il colore degli allineamenti, non dando un effetto di sorpresa nella scelta e lasciando molto poco spazio all’indecisione. Anche solo aggiungere più di due risposte o non indicare l’esito in modo così palese avrebbe aiutato la causa.

batora lost haven

Gameplay poco vario

Batora: Lost Haven è un’avventura dinamica con meccaniche e visuale simili a Diablo.
Come già detto nel gioco possediamo due poteri, Sole e Luna, che distinguiamo più semplicemente in attacchi mêlée e attacchi a distanza, ognuno con le proprie abilità specifiche.
Inizialmente il gameplay può sembrare quasi divertente, peccato che dopo i primi due combattimenti si capisce subito che risulterà non solo ripetitivo ma anche abbastanza tedioso. Ad aggiungersi a questo c’è anche il fatto che i comandi da controller risultano scomodi a primo impatto, ma anche una volta presa l’abitudine non li ho trovati per nulla intuitivi.

I nemici che ci troveremo contro potranno essere più o meno sensibili a uno dei due tipi di attacchi, ma ci verrà comunque segnalato dal colore della loro barra della vita, rendendo la difficoltà di gioco abbastanza triviale anche a livello medio.

Stile grafico interessante

Il character design di Batora è la componente che ho trovato più interessante di tutto il gioco. Originali e ben caratterizzati, i personaggi di questo titolo sono un piacere per gli occhi e sono ancora più belli visti all’interno delle cutscenes. Queste sono infatti animate in modo impeccabile, aiutate inoltre da una risoluzione grafica più che ottima.
Peccato per gli ambienti di gioco che sono per lo più scarni e poco caratteristici, visto il lavoro che hanno fatto per i personaggi sono sicuramente in grado di fare molto di più

batora lost haven

In conclusione…

Batora: Lost Haven è un titolo indie che può risultare interessante a un determinato target nonostante i suoi numerosi difetti.
Particolarmente encomiabile in particolare sotto il punto di vista grafico e tecnico, anche se le sue pecche per le altre componenti sono comunque molto visibili.
Nel suo complesso si tratta di un titolo perfettamente nella media, anche se si sarebbe potuto fare molto di più.

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Federica Giorgi