Be My Voice: il docufilm sul coraggio di Masih Alinejad

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Di Francesca Mazzini

Be My Voice è il docufilm di Nahid Person che celebra il coraggio di una donna iraniana, Masih Alinejad. Il film esce nelle sale lunedì 7 marzo 2022.

Masih Alinejad: una storia di femminismo

Be My voice racconta una storia di femminismo, la vita di una donna di 46 anni, Masih Alinejad, originaria di un piccolo villaggio dell’Iran. Masih è una giornalista, parlamentare e attivista, esule da 13 anni a New York. 

Masih Alinejad è diventata celebre per aver incoraggiato le donne iraniane a ribellarsi contro l’uso forzato dell’hijab, attraverso i social media. Questa campagna rivoluzionaria è nata nel 2014, con la pagina Facebook My stealthy freedom, nella quale postava video e foto di lei stessa, libera, con il volto scoperto e i lunghi capelli ricci al vento, ornati da un fiore.

I capelli, sciolti e ribelli, diventano il simbolo della lotta di Masih. Attraverso il cellulare, posta foto e video contro gli abusi della polizia iraniana e di un regime politico arcaico e patriarcale. Masih Alinejad continua la sua battaglia su Instagram, dove ha raggiunto più di sei milioni di followers, offrendo una voce alle donne iraniane.

Nel 2020 pubblica il libro Il vento fra i capelli, in cui racconta la sua storia personale e politica, sempre accompagnata dalla volontà di ribellarsi alle leggi misogine e patriarcali del suo paese. 

Be my voice: la lotta di Masih Alinejad

Be My Voice di Nahid Persson parla della lotta non violenta di Maish Alinejad contro il fondamentalismo islamico, che opprime da sempre i diritti delle donne in Medio Oriente. Il documentario sarà proiettato lunedì 7 marzo, alle ore 20.00, al Cinema Anteo di Milano.

Il film sarà introdotto da proprio da Masih Alinejad, che in questi giorni si trova in Italia. Per la presentazione, Masih ha raccontato che la sua ribellione è iniziata in casa dei genitori, fin da quando era bambina. «Mio fratello poteva fare cose che a me erano proibite come cantare, andare in bici o portare i capelli liberi al vento. E tutto solo perché era maschio. Un giorno, dato che lui aveva paura del buio e io no, gli dissi: io ti accompagno di notte in bagno, ma tu in cambio mi insegni a guidare la bici. E così lui mi ha restituito i miei diritti».

Quando parla dei diritti delle donne musulmane, Masih usa parole forti e ricorda episodi toccanti: «La mia non è una lotta contro un pezzo di tessuto, l’hijab, ma contro uno dei pilastri dell’apartheid di genere. Faccio un esempio. Poco tempo fa, una diciassettenne è stata decapitata dal marito per una questione, dice lui, di “onore”. Gli hanno dato otto anni di prigione. Le donne che manifestano contro il velo vengono condannate anche a 24 anni». 

In occasione dell’8 marzo, noi del team BRAVE vi consigliamo di guardare Be My Voice per riflettere ancora una volta sulla questione dei diritti delle donne nel mondo. La storia di Masih Alinejad parla di femminismo, di libertà e di coraggio, ma anche di speranza, e di quest’ultima – soprattutto al giorno d’oggi – ne abbiamo un gran bisogno.

Francesca Mazzini

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