“Benedetta”, peste e fede dallo stesso regista di “Basic Instinct”, al cinema

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Di Federica De Candia

Un mistero aleggia in un convento. Una novizia fa miracoli. Ma ben presto si sporca di malsani e deliranti desideri. In una decadenza di vocazione e di spirito. Dal saggio “Atti impuri“, il film del regista Paul Verhoeven accusato di blasfemia. Sarà ribrezzo o brividi? “Benedetta” al cinema dal 2 Marzo 2023.

“Benedetta” sotto l’abito talare

“Benedetta”, locandina film da “Amazon”

La notizia corre fino al Vaticano. Un flagello, quella giovane suora, tra apparizioni mistiche e l’accusa di eresia. Capace di violare la sacralità delle mura del monastero, e intrattenere una relazione omosessuale con un’altra donna. Alla conferenza stampa del Festival di Cannes, Paul Verhoeven era scioccato a sentir che il suo “Benedetta” fosse giudicato blasfemo. Come può “qualcosa che è davvero accaduto“, esser ‘impuro’? Il film è la trasposizione della Vita di una monaca lesbica nell’Italia del RinascimentoBenedetta Carlini. Già raccontata nel libro di di Judith C. Brown del 1986.

La suora del XVII secolo, Benedetta, interpretata da Virginie Efira, fa ingresso nel collegio religioso di Pescia molto giovane. Lascia la sua facoltosa famiglia Toscana, perché da sempre predisposta a comunicare con Cristo. Queste estasi divine, sembrano intensificarsi quando conosce Bartolomea, umile popolana entrata in convento, di cui s’invaghisce. “Non sempre comprendiamo gli strumenti di Dio. Potrebbe aver messo Benedetta in trance o ci ha inviato una folle, che blatera di sciocchezze per servire i suoi disegni“, dice la voce roca fuori campo tra continui spasmi di tensione. Cercare ‘la buona fede’ quando corpo e l’anima sembrano calamite, è impresa ardua. In un film che è seduzione, volgarità, disinibizione. La monaca è rea di sacrilegio e saffismo, mentre nel resto del paese imperversa la peste. Uno scenario inquietante e affascinante; un altro ‘quadro divino’, un altro caos.

Verhoeven shock quotidiano

Il Nunzio (Lambert Wilson) dice: “Se è colpevole di blasfemia, come l’accusate, andrà sul rogo; ma delle accuse straordinarie, esigono prove straordinarie“. Così si accendono i fuochi delle punizioni, in un’epoca di inquisitori. Nella tonaca di Sour Felicita troviamo una straordinaria Charlotte Rampling. Il film originariamente era intitolato “Blessed Virgin“. E arriva dopo il successo ottenuto da Paul Verhoeven con il suo precedente film “Elle“. Il regista olandese, già autore dello scottante “Basic instinct“, non era nuovo alle materie ecclesiastiche: aveva anche un progetto su Gesù basato sul suo libro “Gesù of Nazareth“. Gerard Soeteman, suo collaboratore in diversi film, ha preteso che il suo nome venisse cancellato dai titoli di coda di “Benedetta“, perché troppo ispirato alla sessualità. E a Singapore, la pellicola non è stato distribuita poiché ritenuta offensiva per la chiesa.  

Nelle stanze austere e ligee del culto, assisteremo alla Benedetta alle prese con una statuetta della Vergine intagliata appositamente, fino alla sua scalata per diventare madre superiora attraverso delle stimmate procurate con cocci di vetro. Niente di velato, come la mano sapiente di Jean-Jacques Annaud faceva solamente intuire ne “Il nome della rosa“. Le riprese di “Benedetta” sono iniziate il 19 luglio 2018 a Montepulciano, e si sono spostate la Val d’Orcia e Bevagna, e nell’Abbazia di Silvacane, in quella di Le Thoronet, in Francia.

Federica De Candia

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