Benedetto XI, è stato il 194º papa. Il suo pontificato dura molto poco però, dal 22 ottobre 1303 alla morte, avvenuta un anno dopo. Domenicano, è generalmente raffigurato nell’abito bianco e nero dei domenicani, spesso recante gli attributi pontificali, il triregno e le chiavi. È l’unico papa del suo periodo su cui Dante Alighieri non espresse nessun giudizio negativo.
Apprezzato per la sua umiltà e la sua pietà, diventa Provinciale della Lombardia e riesce a mettere pace tra i Domenicani e la città di Parma. Eletto nel capitolo di Strasburgo, promuove una tregua tra Edoardo I d’Inghilterra e Filippo il Bello. Nominato cardinale da Bonifacio VIII, non riesce ad evitare che questi emanasse la Bolla che vietava agli Ordini Mendicanti di predicare e confessare fuori dai propri conventi. Nonostante ciò, si mantenne fedele aI Papa durante il triste periodo di Anagni.
Benedetto XI, vita e consacrazione all’ordine dei Domenicani
Niccolò di Bocassio, questo il suo nome vero, nasce probabilmente nel 1240 a Treviso da una famiglia molto modesta. Lo zio, però, è prete presso la chiesa di S. Andrea e questo può aver influenzato le sue scelte successive. Pare sia entrato nel 1257 nell’Ordine domenicano, dove acquista la normale cultura dei membri dell’Ordine, completando poi gli studi teologici e divenendo lector, cioè insegnante di teologia, nelle scuole conventuali di Venezia e Genova.
Nel 1286 viene eletto provinciale di Lombardia, la più potente e prestigiosa delle province domenicane e, dieci anni più tardi, nel 1296, ministro generale dei Predicatori. Sono gli anni difficili. L’abdicazione di Celestino V e l’elezione di Bonifacio VIII, segnano anche la storia del futuro papa.
Fedele a Bonifacio VIII
Quando, nel 1297, scoppia il conflitto aperto tra papa Caetani e i cardinali Colonna, che contestavano la sua elezione, il futuro Benedetto si schiera nettamente a favore di Bonifacio, assicurandogli la fedeltà del suo Ordine. Fedeltà che seppe mantenere intatta nel corso del tempo e che gli permise di mettersi in mostra agli occhi del papa.
Il papa lo sceglie infatti, insieme al generale dei francescani, per negoziare la pace tra i re di Francia e d’Inghilterra, in guerra ormai da anni. La missione ha buon esito e nel 1298 fu conclusa addirittura una tregua. Nel 1301 Bonifacio lo sceglie ancora quale legato in Ungheria, dove il Caetani favoriva l’elezione a re di Cariberto d’Angiò. Questa volta, però, non ottiene il successo sperato e gli ungheresi ratificano la scelta, in favore di Venceslao di Boemia.
Niccolò di Bocassio diventa Papa Benedetto XI
Rientrato in Italia, Niccolò è ad Anagni nel settembre del 1303, al momento dell’attentato contro Bonifacio, ma non pare essersi esposto in alcun modo. Morto poco dopo Bonifacio, il generale domenicano venne eletto papa il 22 ottobre 1303 con il nome di Benedetto XI. La sua debolezza si rivela chiara soprattutto nella sua politica nei confronti della Francia. Fedele a Bonifacio, anche post morte, non accetta di reintegrare i cardinali Colonna nelle loro cariche. Li assolve però dalla scomunica. Assolve anche, per venire incontro ai desideri di Filippo il Bello, tutti i colpevoli francesi dell’attentato di Anagni, ad esclusione di Nogaret.
Sul piano diplomatico continua ad appoggiare gli Angioini in Ungheria. Uno dei suoi insuccessi più grandi, durante il papato, è il fallimento nel tentativo del suo legato, il domenicano cardinale Niccolò Albertini da Prato, di far richiamare a Firenze Bianchi e Ghibellini banditi dai Neri. Un impegno più massiccio lo dedica al settore del governo dello Stato della Chiesa, che cerca di controllare direttamente con governatori di fiducia.
Nel luglio 1304, abolisce le restrizioni all’attività pastorale degli ordini mendicanti, voluta da Bonifacio. Muore a Perugia, dove si era rifugiato perché Roma era agitata da tumulti fomentati dai Colonna, il 7 luglio 1304 e fu sepolto nella chiesa di S. Domenico. L’austerità personale di Benedetto e il suo desiderio di pace, nonché, forse, l’iniziativa del suo Ordine, fecero diffondere la fama di miracoli avvenuti sulla sua tomba, cosa che portò alla sua tardiva beatificazione nel 1738.
Ilaria Festa
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