Quella che – al solo sentirla – aveva tutta l’aria d’essere una follia omicida, sembra assumere invece le sembianze di una vera e propria premeditazione: dopo aver ucciso entrambi i genitori, morti per strangolamento da una corda da roccia, Benno Neumair è rimasto lucidissimo, tanto da pensare subito ad un sofisticato depistaggio. Quel pomeriggio del 4 gennaio, con i genitori senza vita nel suo appartamento di via Castel Roncoro, il 30enne prese il cellulare della madre, Laura Perselli, e lo portò nei pressi di ponte Roma, gettandolo – forse – in un cespuglio lungo la ciclabile, ancora acceso, e rimasto tale per oltre 2 ore: il tempo che ci impiegò per tornare indietro e spegnerlo per sempre, poco prima delle 21. Gli stessi inquirenti – prima della sua confessione – non si spiegavano il motivo del ritrovamento del cellulare della donna in quella zona. Ma ecco spiegato il perchè: Benno avrebbe voluto far credere che la madre si fosse soffermata in quella zona, anziché a casa sua, dove lui l’aveva uccisa.

Il piano di Benno ben studiato

Il suo piano, dunque, sembrava ben studiato. Se non fosse che, ben presto, gli inquirenti hanno scoperto che a ponte Roma, in realtà, c’era anche Benno, nello stesso momento in cui il cellulare della madre era agganciato a quella cella della rete mobile. La causa? un telefonata che il ragazzo ricevette da una sua amica. Ma onore a Benno, che in tutta la sua lucidità, aveva pensato anche ad un secondo depistaggio, messo in atto quando, a pochi giorni dal delitto, fornì ai soccorritori – messi alla ricerca della coppia scomparsa – un paio di scarpe della sorella Madè, con l’intenzione di scambiarle per quelle della madre. E lo stesso aveva fatto con il padre, fornendo delle fantomatiche pantofole, e facendo indossare la giacca alla sua migliore amica Jasmine, per un giro nell’isolato: ulteriore mossa che non consentì ai cani di fiutare tracce del sangue, in quei primi giorni di ricerche. Anche se non sarebbe stato comunque possibile, dal momento che – come si è scoperto – Benno aveva caricato i genitori in macchina, fino al ponte di Vadena, da cui Peter e Laura vennero gettati.

Nuovi dettagli

Tuttavia, i dettagli non sono finiti: per completare l’opera, Benno si era prodigato a pulire il pavimento del soggiorno, sporco dalle macchie di sangue che il padre Peter aveva perso in seguito allo strangolamento. Le piastrelle risultavano infatti bianchissime, facendo notare la differenza rispetto al resto del pavimento, e la cui differenza aveva giustificato affermando “Sì, ho pulito io perché il cane ha vomitato”. Una spiegazione che, però, non ha avuto riscontro dalle analisi dei Ris. Attualmente Benno si trova in carcere anche per il pericolo di fuga: sembra che avesse dichiarato l’intenzione di fuggire in India ad una sua amica che vive in Germania – e che lo ha poi riferito agli inquirenti – una ventina di giorni dopo l’omicidio, quando era già indagato. Ma la difesa sostiene che se fosse voluto realmente scappare, lo avrebbe potuto fare fino al 29 gennaio, data in cui poi fu arrestato. Eppure non si spostò mai da Bolzano, mettendosi sempre a disposizione degli inquirenti.

La parte più importante da chiarire resta comunque quella relativa alla premeditazione. Benno ha raccontato di avere ucciso il padre e, subito dopo, la madre, che proprio in quel momento sarebbe entrata in casa: “Quando io avevo ancora in mano la corda, ho sentito la porta principale aprirsi: era mia madre che rientrava e l’ho uccisa subito, prima ancora che si potesse togliere il cappotto”, aveva confessato. Ma questa versione non sembra risultare troppo credibile — e del resto non ha neanche l’obbligo di esserlo. Secondo l’accusa, infatti, il padre Peter venne ucciso almeno un’ora e mezza prima della madre: questo perché Peter rientrò a casa verso le 15.30, e già alle 16 non visualizzò un messaggio Whatsapp inviatogli da un altro familiare. Un arco di tempo che fa ipotizzare che fosse già morto quindi, mentre Laura venne uccisa quando rientrò in casa, verso le 18.45. Proprio per questo la Procura contesta la premeditazione per l’omicidio della madre, in quanto Benno ebbe tutto il tempo per decidere di uccidere anche lei dopo aver strangolato il padre. Ieri intanto sono riprese le ricerche del cadavere di Peter nel fiume: i Vigili del Fuoco permanenti di Trento hanno perlustrato l’Adige da Mori ad Ala, ma senza trovare nulla.

Francesca Perrotta