Le giornate d’estate. Di solito si ciondola un po’ in spiaggia fino al tramonto, poi un aperitivo con gli amici, magari una cena a base di pesce, ed infine una capatina in qualche locale notturno sulla spiaggia a rimorchiare pulzelle. Si fa l’alba con un cornetto caldo ed ancora il sapore amaro del Negroni tra i denti. Tutto molto bello, non si discute. Eppure in quelle torride serate estive manca sempre quel qualcosa. Un qualcosa di davvero magico, capace di farti battere il cuore a mille. Magari un pallone. Ma quello con le stelle, che quando si libra in aria è in grado di tenere intere città col fiato sospeso. Magari anche uno stadio. Ma quelli grandi, che, nonostante le imponenti dimensioni, possono vibrare come foglie al vento alla veemenza dei cori intonati dai tifosi. E magari una squadra. Ma quelle dei campioni,: quelle delle Merengues, dei Colchoneros, degli Spurs, dei Citizens, dei Dragões. Quelle con Neymar, Messi, Modric, Salah, o Cristiano Ronaldo. Insomma, quel qualcosa che ancora manca è il torneo più famoso del mondo: la Champions League!
Soltanto questione di una spicciolata di ore prima di poter assistere ai primi match validi per la nuova competizione 2018/2019: ad aprire le danze nel tardo pomeriggio di domani saranno l’inarrestabile Barcellona, nella gara casalinga contro il PSV, e l’Inter che, tornata finalmente nell’Europa che conta dopo tanto tempo, ospiterà al Meazza il poderoso Tottenham di Pochettino. A seguire toccherà al Napoli, impegnato a Belgrado contro la storica Stella Rossa, mentre Juventus e Roma affronteranno, rispettivamente, Valencia e Real Madrid, entrambe in trasferta. Sfide dall’aura già straordinaria, che promettono incredibili scintille e che regaleranno fin da subito importanti verdetti, utili non solo per gli scatenati scommettitori, ma anche per i vari allenatori, che già da queste battute iniziali sapranno certamente intuire punti di forza e talloni d’Achille delle proprie e altrui formazioni.
E sebbene tutto ciò significhi che l’autunno stia calando ormai minaccioso sulle nostre teste, determinando quel malinconico ritorno alla meccanica routine quotidiana tra lavoro, studio, esami e quant’altro, a noi, sfrenati calciofili, non importa. Siamo disposti a tutto: incazzature in ufficio, strigliate tra i banchi di scuola, bocciature in Ateneo. Tutto. Sappiamo che la rabbia e le ansie accumulate durante la settimana saranno destinate a scomparire, non appena sentiremo risuonare queste miracolose paroline:
“Ce sont les meilleures équipes
Es sind die allerbesten Mannschaften
The main event
Die Meister
Die Besten
Les grandes équipes
The champions!”
Lo splendido testo elaborato dal compositore inglese Tony Britten nel lontano 1992 da sempre risulta infatti essere una prodigiosa panacea per ogni male, oltreché un ammaliante richiamo per i più accaniti fanatici del pallone.
E allora molti, quasi inconsciamente, si lasceranno attrarre da quel melodioso inno: c’è chi si muoverà concretamente, viaggiando e seguendo i propri colori ovunque, chi, invece, soltanto con la mente, restando comodamente seduto sul divano di casa con una Peroni gelata stretta in mano e il diritto solenne, riconosciuto e concesso dall’intero circondario, di poter imprecare e cadere nel blasfemo quanto voglia nel guardare le partite. Stamford Bridge, Camp Nou, Signal Iduna Park, San Paolo, do Dragão, Parco dei Principi, le porte delle arene più maestose del mondo si spalancheranno, le luci dei riflettori abbaglieranno come non mai, il profumo dell’erba appena bagnata pervaderà intensamente l’etere ed il boato della folla diventerà sempre più assordante per accompagnare quei 22 gladiatori che scenderanno in campo per darsi battaglia fino alla fine.
Una vera e propria guerra tra i migliori, i più forti, combattuta non tra trincee, dune, cieli o mari, ma su di un semplice rettangolo verde 110×75 metri; non a colpi di mitragliatori, fucili, cannoni o lanciarazzi, ma con dribbling mozzafiato, sbalorditive reti da capogiro, minuziosa precisione tattica e, ovviamente, con la straripante classe dei singoli. Alla fine, dalle 18.55 di domani fino ad arrivare al primo giugno del 2019, davanti al pubblico del Wanda Metropolitano di Madrid, ne resterà soltanto uno, che come ricompensa non avrà il potere di leggere e percepire i pensieri delle persone come l’Highlander Connor Mcleod, bensì la gloria eterna. Beh, insomma, per farla breve amici, diamo ufficialmente il bentornato al palcoscenico più ambito del globo, a quel giardino dell’Eden riservato a pochi eletti, semplicemente, diamo il bentornato alla nostra, cara e vecchia Champions League!
Tartaglione Marco