È intervenuta la prescrizione per Guido Bertolaso, che dunque, non pagherà per i reati legati agli appalti del G8 del 2010. Chiesti 9 anni per Angelo Balducci e Diego Anemone e 6 anni e mezzo per Daniele Anemone. Erano stati rinviati a giudizio il 27 settembre 2013.

Credits: Dagospia

Le condanne

Dieci le condanne richieste dalla Procura di Roma nel processo sugli appalti del G8 e alcuni Grandi eventi, mentre per Guido Bertolaso è scattata la prescrizione. I pm Roberto Felici e Ilaria Calò hanno chiesto 9 anni e 2 mesi per Angelo Balducci, ex presidente alle opere pubbliche, 9 anni per l’imprenditore Diego Anemone e 6 anni e mezzo per il fratello Daniele.

Quindi, della “cricca”, Bertolaso potrebbe essere l’unico a non aver più debiti da saldare con la giustizia. Tanto per ricordarci che, a volte, la legge non sembra essere uguale per tutti.

Cricca che era stata rinviata in giudizio il 27 settembre 2013. Una cricca che viene ritenuta artefice, e colpevole secondo l’accusa, di un “sistema gelatinoso”, che rese possibile a un gruppo di imprenditori e pezzi dello Stato di pilotare appalti milionari che ruotavano intorno al G8 del 2010.

Quel G8 che doveva tenersi alla Maddalena, alle opere per i 150 anni dell’unita’ d’Italia.

Gli imputati, a secondo delle diverse posizioni, devono rispondere dei reati di corruzione e associazione per delinquere. Le condanne richieste ammontano in tutto a circa 70 anni di carcere.

L’indagine sul G8 e il ruolo di Bertolaso

L’indagine sui reati legati al G8 nasce nel 2010 a Firenze. Poi il trasferimento a Perugia. Infine viene inviata alla Procura di Roma per competenza. Si tratta di uno dei procedimenti nati intorno alle presunte irregolarità relative all’aggiudicazione dei lavori per le opere del 2010. G8 e altri grandi eventi.

Ma quale sarebbe stato il ruolo di Guido Bertolaso? L’allora direttore del Dipartimento della Protezione Civile avrebbe favorito l’imprenditore Anemone. In cambio di favori e denaro. Sfruttando il suo ruolo di pubblico ufficiale.

Guido Bertolaso Photo credits: SkyTg24

Per lo più si parla di corruzione, ad alti livelli. 

Una corruzione quasi “liquida”. I pm parlano infatti di un “sistema gelatinoso” e sottolineano “l’associazione di fatto tra Anemone e Balducci”. Un sistema che va “oltre gli schemi di corruzione cui siamo abituati”.

“È una sorta di corruzione 2.0”, aggiungono i pm nella requisitoria, creata attraverso una rete “di rapporti illeciti con soggetti di alto profilo istituzionale”, con “ripetuti e ingenti vantaggi a pubblici funzionari perché venissero meno ai loro doveri”

Certo fa rabbia pensare che uno dei maggiori colpevoli se la cavi grazie alla prescrizione. Soprattutto se parliamo di “uno dei più gravi casi di corruzione nell’Italia dal dopoguerra per il danno enorme alla pubblica amministrazione”.

Federica Macchia