
Joe Biden, a cento giorni dalla sua elezione, rivendica i risultati finora raggiunti dal suo governo. Ieri sera ha tenuto infatti il suo primo discorso, indirizzato a deputati e senatori, al Congresso. Alle sue spalle, per la prima volta nella storia, due donne a rappresentare la leadership di entrambi i rami del Parlamento: Kamala Harris (presidente del Senato in quanto numero due del Governo) e Nancy Pelosi (Camera).
Il discorso di Joe Biden al Congresso
In uno speech di 28 pagine, durato un’ora e 11 minuti, ha esposto ciò che è stato fatto finora e i suoi programmi per il futuro. Oltre 200 milioni di americani già vaccinati. Il suo primo pacchetto di interventi prevede sostegno a famiglie e imprese per oltre 1900 miliardi di dollari. Il presidente americano insistite molto sul piano per le infrastrutture (2.200 miliardi) e annuncia un altro provvedimento da 1.800 miliardi con investimenti per la scuola, la famiglia, i bambini. Ecco, allora, i punti principali del discorso, presentati per importanza e non «in ordine di apparizione»:
La politica economica
Biden propone l’intervento pubblico più massiccio dal Dopoguerra a oggi. In totale sono 6.000 miliardi tra spesa pubblica e agevolazioni fiscali. Le manovre coprono, di fatto, tutti gli aspetti della vita economica e sociale. Dalle infrastrutture tradizionali, strade, ponti eccetera, alla riconversione energetica. Ma l’aspetto più originale è la massa di denaro pubblico per rilanciare l’istruzione pubblica e gratuita per tutti. Nell’«American Families Plan», presentato proprio ieri, sono previsti 200 miliardi di dollari per mandare all’asilo tutti i bambini americani dai 3 ai 4 anni. Altri 190 miliardi serviranno per offrire due anni di università gratis nei corsi dei cosidetti «community college», istituti che possono abilitare a una specializzazione, perfezionabile, poi, con altri due anni negli altri atenei.
Un welfare come in Europa
Il presidente sta costruendo pezzo per pezzo una struttura di protezione simile a quella dei Paesi europei. Era l’idea di fondo dei candidati più radicali, Bernie Sanders ed Elizabeth Warren. Biden l’ha recepita in pieno: congedi di maternità retribuiti; confermati il credito di imposta per le famiglie con figli a carico; contributi per le cura dei bambini e molto altro ancora.
La riforma fiscale
Biden sta assemblando una riforma fiscale tutta concentrata «sull’1% più ricco della popolazione e sulle grandi corporation». Già previsto l’aumento dell’aliquota sugli utili delle imprese, dal 21 al 28%. Il leader americano dice di «non voler punire nessuno», ma annuncia un contrasto durissimo contro «paradisi fiscali».
Laburismo
In effetti la bussola economica di Biden è orientata verso il ceto medio. Ma in questa categoria, il presidente comprende anche i «blue collar», i lavoratori meno qualificati. Così ha sottolineato come il 90% dei posti che nasceranno con il piano sulle infrastrutture «non richiedano una laurea» e il 75% «non necessiti un diploma professionale post scuole superiori». Ancora: «Non ho niente contro Wall Street, ma questo Paese è stato costruito dal ceto medio. E i sindacati hanno costruito la classe media».
La crisi «razziale»
Biden definisce, senza termini, «terroristi» i suprematisti bianchi. È molto attento, però, a non appiattire il giudizio sulla polizia, sostenendo tuttavia necessaria una riforma per evitare abusi di potere e migliorare l’addestramento. La «legge George Floyd» è già stata approvata dalla Camera.
Immigrazione
È il capitolo in cui l’Amministrazione è più in difficoltà. Si coglie anche nelle parole di Biden che sostanzialmente si limita a chiedere al Congresso di passare le leggi per regolarizzare i migranti da lungo tempo residenti negli Stati Uniti. A cominciare dai «Dreamers», i minorenni arrivati negli anni al seguito delle famiglie.
Le sue posizioni nella politica nazionale e mondiale
«I veri avversari dell’America — ha detto Biden — sono gli autocrati, la Cina, la Russia e altri. Stanno scommettendo contro di noi. Dopo aver visto l’assalto a Capitol Hill, pensano che la nostra democrazia non sarà in grado di competere con loro, di funzionare. Questa è la competizione centrale del XXI secolo. Dobbiamo dimostrare che si sbagliano. Possiamo e dobbiamo farlo insieme».
Biden si è concesso un’unica citazione, chiamando in causa la sua fonte di ispirazione, Franklin Delano Roosevelt, il presidente che portò il Paese fuori dalla «Grande crisi» e dalla Seconda Guerra mondiale: «Roosevelt diceva: in America ciascuno fa la sua parte. Questo vi chiedo di fare». Appello rivolto ai repubblicani, naturalmente, che però, hanno applaudito solo raramente le parole di Biden. Il leader degli Stati Uniti, quindi, apre all’opposizione, ma avverte: «Possiamo discutere, sono pronto ad ascoltare le vostre idee, ma sia chiaro: per me non fare niente non è un’opzione».
Gaia Radino