Marianna Mammone, oggi nota come BigMama, ha recentemente portato il suo emozionante messaggio contro il bullismo fino al prestigioso Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite a New York, dove ha affascinato e commosso duemila giovani provenienti da tutto il mondo.
BigMama parla alle Nazioni Unite
Nel cuore delle sue parole, l’artista ha svelato una vita segnata dal costante sentimento di essere “sbagliata”. Ha condiviso la sua lotta contro i pregiudizi superficiali che circondavano il suo aspetto fisico, descrivendo come queste etichette avessero influenzato profondamente la sua adolescenza, saturandola di bullismo verbale e fisico. Con una sincerità disarmante, la rapper ha raccontato di aver trovato nella musica un rifugio, un modo per esprimere la sua rabbia e il suo dolore. Ha parlato anche del momento difficile in cui le è stato diagnosticato un linfoma di Hodgkin, coincidente con la firma del suo primo contratto discografico. Questa battaglia contro la malattia ha rafforzato la sua determinazione e le ha donato una nuova prospettiva sulla vita.
In un momento di intenso coinvolgimento emotivo, BigMama ha ribadito il potere dei sogni e della resilienza nel superare le avversità. Ha incoraggiato i giovani a credere in se stessi e nei propri sogni, trasmettendo un messaggio di speranza e autodeterminazione. Con il suo discorso alle Nazioni Unite, BigMama ha dimostrato di essere non solo un’artista di talento, ma anche una voce autentica e potente per coloro che combattono contro il bullismo e le ingiustizie sociali. Il suo impatto duraturo continuerà a ispirare e a cambiare le vite di coloro che hanno avuto il privilegio di ascoltarla.
Il mio fisico faceva in modo che la gente mi valutasse come ‘non abbastanza’ prima ancora di conoscermi – ha spiegato – Una persona grassa nell’immaginario degli altri è una persona svogliata, pigra, non attiva, non intelligente, che non ha voglia di migliorare. Per una persona come me sognare era inutile”, ha ricordato, ripercorrendo i momenti più dolorosi della sua adolescenza.
Dalle parole d’odio alla musica
“Vengo da un paese molto piccolo con una mentalità altrettanto piccola. Ho dovuto sopportare anni di bullismo, verbale e fisico – ha ricordato – Ogni giorno della mia infanzia e adolescenza lo ricordo pieno di parole di odio. ‘Cicciona, fai una dieta, fai schifo’. Ho cercato per anni di evitare la sofferenza stando in silenzio. La prima risposta è stata la rabbia. A 13 anni ho scritto il mio primo pezzo, Charlotte, un rap che parla di suicidio e autolesionismo e per tre anni l’ho tenuto tutto per me. BigMama è nata quando ho avuto la forza di metterlo su YouTube”.
La malattia e una nuova consapevolezza
Dopo l’esperienza sanremese, lo scorso 8 marzo è uscito il primo album, “Sangue”. “Racchiuderà ogni pezzettino della mia vita”, aveva anticipato. BigMama ha parlato anche della malattia, un linfoma di Hodgkin che le è stato diagnosticato proprio nei giorni in cui firmava il suo primo contratto discografico. “La musica mi ha salvata davvero”, ha spiegato, emozionata. L’artista ha dovuto sottoporsi a 12 sessioni di chemioterapia. Anche questo le ha cambiato la vita. “Sono guarita – conclude – e quel periodo mi ha insegnato finalmente che io merito il primo posto. Che se non amo me stessa, nessuno lo fa al posto mio. Che se non salvo me stessa, nessuno lo farà per me. Perché come in La rabbia non ti basta: credere nei propri sogni salva”.
Maria Pina Coico
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