Un nuovo blitz antimafia ha colpito la città di Palermo e dintorni, portando all’arresto di 25 persone. Dopo le operazioni delle scorse settimane contro i membri dello Zen, quelli di Borgo Vecchio e di Santa Maria di Gesù, la Dda torna a infliggere un nuovo duro colpo a Cosa Nostra.
Più di 200 Carabinieri, guidati dalla Dda, con l’aiuto di elicotteri e unità cinofile, stanno dando esecuzione all’operazione “Telea” sul territorio di Palermo. Destinatari del maxi blitz sono i mandamenti mafiosi di San Lorenzo e Resuttana. Gli arrestati sono accusati di associazione mafiosa, estorsione consumata e tentata, danneggiamento, favoreggiamento personale, ricettazione, con l’aggravante del metodo e finalità mafiosi.
La Procura distrettuale di Palermo, mediante i Carabinieri, ha così potuto appurare l’attuale assetto di parte della formazione criminale e mafiosa palermitana, così come ricostituitasi dopo gli importanti arresti degli ultimi anni che hanno fatto fuori i vecchi boss.
Anche se decimata la mafia palermitana è ancora forte
Secondo il Procuratore Francesco Lo Voi e l’aggiunto Salvo De Luca, la forza dei mandamenti di San Lorenzo e Resuttana, di cui fanno parte diverse famiglie mafiose di Palermo, è ancora forte sulla città siciliana.
L’operazione Telea mostra “ancora la perdurante capacità dell’organizzazione di avvalersi della forza di intimidazione e del vincolo associativo per costringere i commercianti ad accettare l’imposizione del pizzo“.
A capo dei Resuttana una donna: Maria Angela di Trapani
Hanno avuto conferma, grazie all’operazione Telea, le voci di quei pentiti che indicavano una donna al comando del mandamento mafioso dei Resuttana. Sarebbe stata Maria Angela di Trapani, figlia di un capomafia e moglie del boss Salvino Madonia, ad esercitare l’attività di vertice dei Resuttana su Palermo negli ultimi anni, in mancanza dei boss.
Maria Angela di Trapani, già nota alle forze dell’ordine per un arresto nel 2008 con conseguente condanna ad 8 anni, faceva da tramite tra il marito, pluriergastolano al 41bis, e i membri del mandamento mafioso. Maria Angela di Trapani sfruttava infatti i colloqui che le erano concessi con il marito e gli altri boss in carcere per acquisire gli ordini di questi e diffonderli sul territorio di Palermo.
Con questo meccanismo sarebbe stato dato ordine, nel 2008, di uccidere Giovanni Bonanno, al tempo reggente del mandamento mafioso di San Lorenzo. Nello stesso modo, secondo gli inquirenti, stava per essere ucciso Giovanni Niosi. L’uomo, formalmente vigile del fuoco, avrebbe deciso di patteggiare una pena nel processo per mafia che lo vede imputato. Un affronto, una scelta disdicevole, per i mafiosi di Palermo.