Amici di DancePills bentrovati! Siete curiosi di sapere quanta bravura e quanta casualità si celi dietro la nascita di un tormentone? Vi raccontiamo la genesi di Blu , primo successo degli Eiffel65. Siamo a cavallo tra la fine di un millennio e l’inizio di uno nuovo. Negli studi della casa discografica torinese BlissCo, giunge un’importante richiesta di lavoro dalla Cina.
Al produttore discografico Massimo Gabutti, che ha già lanciato i progetti Bliss Team e Da Blitz, viene chiesto di creare delle vere e proprie cover di canzoni dance cinesi: bisogna adattare alla struttura già esistente del brano un testo in lingua inglese che fosse funzionale ai vari progetti. Questo compito “sartoriale” viene affidato a Gianfranco Randone (aka Jeffrey Jey) che scrive i testi e li canta, Maurizio Lobina (aka Maury) che ha il pianoforte nel sangue e si occupa delle musiche e al deejay e produttore Gabriele Ponte (aka Gabry Ponte) che si occupa della produzione in studio.
Nel 1998 Gabry Ponte sta lavorando su vari progetti, si trova nel suo studio quando sente provenire dal seminterrato un giro di piano che cattura lui e ipnotizza tutti quelli che lo ascoltano; la melodia che fa innamorare il Dj, neanche a dirlo, è opera di Maury. Jeffrey, in sala canto, improvvisa un testo che parla di un uomo blu che vive in un mondo tutto blu.
La collaborazione tra i tre porta alla nascita del progetto Eiffel 65. Il nome, spiegheranno in seguito i protagonisti, è frutto della scelta casuale di un computer che individuò in un elenco di possibili nomi la parola Eiffel, alla quale fu aggiunto per errore il 65 le cui cifre appartenevano alla parte finale di un numero telefonico scritto su una demo.
“Yo listen up, here’s the story…about a little guy that lives in a blue world…”
“Blue”. Il colore preferito di Jeffrey. Una metafora. Un testo paradossalmente introspettivo. Un modo di raccontare sé stesso. In meno di un quarto d’ora il testo é pronto e con l’utilizzo del vocoder si producono tracce vocali dalla caratteristica robotica. Ma non è ancora completo.
Gabutti nei suoi anni di esperienza nel settore ha sempre portato avanti una sua teoria particolare: ogni testo deve avere al suo interno qualcosa che sia orecchiabile, facile da riconoscere, canticchiabile. “Ragazzi, perché non inserire ‘da ba dee da ba daa’?”
A fine 1998 la versione definitiva del disco è pronta. Il gruppo propone il brano durante diverse serate in discoteca raccogliendo però numerose critiche e a loro detta diversi effetti “svuota-pista”; anche in radio la canzone passa inosservata riscuotendo poco successo.
Diverse settimane dopo però, nella primavera del 1999, il disco viene recuperato dall’emittente lombarda Discoradio, una radio locale che trasmette in una vasta zona del nord Italia, specializzata nella trasmissione della musica Italodance, e “Blue” viene riproposto da Marco Ravelli nella sua trasmissione “DDD”.
La canzone inizia ad essere programmata sempre più spesso dalle radio e quel ‘da ba dee da ba daa‘ viene fischiettato e canticchiato da migliaia ragazzini in tutta Italia. I fax per i contratti di licenza per il brano non si contano più.
“Blue” passa dall’anonimato alla fama nazionale e internazionale, diventando un vero e proprio tormentone della fine degli anni novanta e porterà gli Eiffel 65 a suonare in giro per il mondo e a partecipare a Top Of The Pops.
Il singolo raggiunge la vetta in diciassette paesi e la posizione numero sei nella classifica statunitense Billboard. Sarà certificato Disco di Diamante in Francia, Triplo Platino in Australia e Svezia, Doppio Platino in Germania e Svizzera, Platino in Inghilterra e Austria, Oro in Canada e Olanda per un totale di 2.440.000 singoli certificati in quei paesi oltre alle vendite non certificate da organismi ufficiali per un totale generale, incluse le compilation, di oltre 9.000.000 di copie vendute. Inoltre nell’anno 2000 guadagna la prima posizione SIAE come Canzone Italiana più suonata nel mondo.
Risulta l’unica canzone di un artista/gruppo italiano ad aver raggiunto la vetta della prestigiosa Eurochart Hot 100 Singles (oltre a “Senza Una Donna (Without A Woman)” di Zucchero) dal 1965 ad oggi.
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A settimana prossima per un nuovo appuntamento nostalgico.
Un saluto dal vostro Sasso