Tra i 157 morti dell’incidente aereo avvenuto ieri in Etiopia, dove è precipitato un Boeing 737, ci sono anche otto italiani tra cui un assessore siciliano e due funzionari dell’Onu. La causa dell’incidente potrebbe essere un software di volo difettoso

Gli italiani morti sul Boeing 737

Otto sono le vittime italiane del Boeing 737. A bordo dell’aereo dell’Ethiopian Airlines c’era Sebastiano Tusa, un noto archeologo ed assessore ai Beni Culturali della regione Sicilia che era diretto a Nairobi per seguire un progetto dell’Unesco in cui era impegnato. Sul volo c’erano anche due funzionarie dell’Onu. Si tratta di Maria Pilar Buzzetti e Virginia Chimenti entrambe nel World Food Programme dell’Onu e dirette alla conferenza mondiale sul clima organizzata dalle nazioni unite a Nairobi. Sono morti nel drammatico incidente aereo anche il presidente dell’Ong di Bergamo Africa Tremila Carlo Spini, la moglie Gabriella Vigiani e il tesoriere dell’Ong Matteo Ravasio

Il disastro del Boeing 737 in Etiopia
Le vittime italiane, immagine tratta da ilsole24ore.com

Del mondo delle Ong faceva parte anche Paolo Dieci, il leader di Link 2007 associazione consortile che raggruppa molte importanti Ong italiane. L’ultima vittima italiana presente sul Boeing 737 è Rosemary Mumbi. “Il Paese guarda con riconoscenza al loro impegno professionale e di vita, speso sul terreno della cultura e dell’archeologia, della cooperazione, di organizzazioni internazionali a servizio dello sviluppo umano”, ha dichiarato il presidente Mattarella ricordando gli italiani morti

Il disastro del Boeing 737 in Etiopia
Il luogo dello schianto del Boeing 737, immagine tratta da repubblica.it

Il software difettoso del Boeing 737

L’incidente di Addis Abeba potrebbe essere stato causato da un software di bordo difettoso così com’è avvenuto ad ottobre 2018, quando un altro Boeing 737 precipitò nel mare di Giava. Si tratta di un software per il pilota automatico che potrebbe essere entrato in conflitto con gli altri strumenti di pilotaggio facendo precipitare l’aereo. In particolare, secondo le indagini, a far schiantare l’aereo nel mare di Giava, sarebbe stato il malfunzionamento di un sensore che regola l’angolo d’incidenza del volo e che aveva segnalato un’erronea fase di stallo dopo il decollo ossia la mancanza della velocità necessaria per restare in quota. In questo caso, se non si adopera il pilota, il sistema di pilotaggio automatico prende il controllo dell’aereo cercandolo di portarlo alla velocità necessaria ma poiché viene calcolata e trasmessa un’altitudine errata al pilota, il veicolo si schianta al suolo

immagine tratta da rainews.it

Una settimana dopo l’errore del Boeing 737 che precipitò nel mare di Giava, la Faa, l’autorità Usa per l’aviazione civile, aveva emanato un comunicato urgente in cui spiegava cosa fare quando scatta in automatico il sistema anti-stallo. Bisogna ora scoprire se l’equipaggio del Boeing dell’Ethiopian Airlines ne fosse al corrente o meno