Nel primo giorno della Fase 2, il 4 maggio del 2020, le persone attualmente positive al coronavirus scendono sotto le 100mila, la prima volta dopo il 10 aprile. Un dato che è la conseguenza del numero di vittime (seppure in flessione netta negli ultimi giorni), dell’aumento dei guariti e del costante basso numero di nuovi casi, dato anche dal basso rapporto tra positivi individuati e tamponi effettuati.
E’ una fase di lento ma costante indietreggiamento dell’epidemia quello descritto dai dati di oggi e degli ultimi giorni. E proprio il fatto che in fase di aumento l’epidemia possa crescere tanto velocemente quanto poi è lenta a ridiscendere rende ancora più importante in questa fase di riapertura il mantenimento delle norme di distanziamento sociale e prevenzione (usare mascherine, lavarsi le mani), per evitare che nuovi focolai mettano a rischio questo calo.
Situazione 4 maggio coronavirus
Dei 1221 tamponi positivi rilevati oggi, la maggior parte sono in Lombardia, con 577 nuovi positivi (il 47,2% dei nuovi contagi). Tra le altre regioni più colpite dal coronavirus, l’incremento di casi è di 192 casi in Piemonte, 159 in Emilia Romagna, di 55 in Veneto, di 38 in Toscana, di 53 in Liguria e di 38 nel Lazio.
Report redatto con l’Iss ( Istituto Superiore di Sanitá) secondo il quale la mortalità è raddoppiata rispetto alla media dei mesi di marzo dei 5 anni precedenti. Nel mese di marzo 2020 si registra infatti in Italia il 49,4% di decessi in più rispetto al marzo 2019.
Se si assume come riferimento il periodo che va dal primo decesso Covid-19 del 20 febbraio fino al 31 marzo, i decessi passano da 65.592 (media periodo 2015-2019) a 90.946 nel 2020. L’eccesso dei decessi è di 25.354 unità, di questi il 54% è costituito dai morti diagnosticati Covid-19 (13.710).
Il 91% dell’eccesso di mortalità riscontrato a livello medio nazionale nel mese di marzo 2020 si concentra nelle aree ad alta diffusione dell’epidemia. In alcune province l’incremento percentuale dei decessi è a tre cifre: Bergamo (568%), Cremona (391%), Lodi (371%), Brescia (291%), Piacenza (264%), Parma (208%), Lecco (174%), Pavia (133%), Mantova (122%), Pesaro e Urbino (120%).
In diverse aree d’Italia meno colpite dal virus nel marzo 2020 si registrano addirittura meno morti rispetto alla media degli anni scorsi. A spiccare è il dato di Roma, che a marzo fa segnare un -9,4%.