Il ritardo dell’Italia nel raggiungere la parità di genere è ancora piuttosto vistoso. A confermare questa convinzione anche il  il Global ranking for gender equality del World economic forum che colloca il nostro Paese al 76° posto su 153 Paesi. Il rilancio del Paese passa anche per questo scoglio tanto che la Ministra Elena Bonetti ha annunciato la finalizzazione di una strategia entro fine mese.

L’agenda Onu 2030 e la parità di genere

L’agenda Onu 2030 fa rientrare tra gli obiettivi che si prefigge quello della parità di genere. La ministra Bonetti, a proposito della strategia messa appunto entro fine mese ha detto:

“Si fonda su alcuni assi prioritari, che definiscono indicazioni di direzionalità, e dà una lettura dello stato attuale del paese, ponendo passo dopo passo degli obiettivi”. Sarà dunque “utile e importante come slancio e inquadramento di sistema del Pnrrr ma anche di verifica e monitoraggio dello stesso piano che si pone obiettivi molto significativi “.

Dello stesso avviso anche Maria Patrizia Grieco, presidente di Assonime e presidente del Monte dei Paschi di Siena, che ha sottolineato: “Sappiamo quanto sia importante il lavoro delle donne in termini economici, aumentare quel tasso di occupazione femminile è un fattore molto importante per la crescita del Pil”.

La condizionalità

Scettico invece sulla clausola di condizionalità il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, che rimanda la discussione al Parlamento. Un confronto dice, infatti, “è cruciale, ed è vero che dobbiamo tenere conto della specificità dei settori, ma non può diventare un alibi. Serve chiedere al mondo delle imprese uno sforzo in questa direzione: un conto è promuovere l’occupazione femminile, un conto è trasformare queste affermazioni in norme, questo provoca delle reazioni che dovremo superare”.

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Giulia Moretti