Tra le novità che interessano i lavori in casa, quest’anno sono state inserite diverse iniziative per chi deve ristrutturare il proprio ambiente, che a volte comprendono anche le lavorazioni per cambiare gli infissi e serramenti.

Per questo, Sbportefinestre consiglia sul Bonus infissi 2020 una maggiore informazione, in modo da arrivare alla decisione del rinnovamento, sapendo quali vantaggi riserva.

La conferma della legge di bilancio 2020 ha portato a definire diverse agevolazioni.

Prima di tutto, il bonus ristrutturazione al 50% arriva fino al 31 dicembre 2020, come l’Ecobonus per il miglioramento energetico. Vediamo cosa interessa, in particolare, il settore infissi e serramenti.

La detrazione fiscale per gli infissi

Secondo la normativa vigente, i lavori per infissi e serramenti possono rientrare nel bonus ristrutturazioni relativo ai beni mobili, con detrazione al 50%.

La detrazione fiscale consiste in una restituzione delle somme anticipate per effettuare i lavori di sostituzione o montaggio infissi. Le spese, dimostrate tramite fattura, saranno diluite nelle dichiarazioni dei redditi future in rate annuali per la durata complessiva di 10 anni.

Se spendi 5.000, avrai 10 rate da 500 euro che saranno scalate dall’imponibile Irpef – sempre nei limiti dell’importo detraibile.

In alternativa a questo “rimborso”, esiste lo sconto in fattura da richiedere subito, oppure una soluzione “a costo zero” tramite la cessione del credito.

Lo sconto in fattura può essere chiesto all’impresa che esegue i lavori, come la sostituzione infissi. L’impresa anticipa il credito (i 5000 euro), e poi recupera la spesa portandolo in detrazione per 5 anni, al posto del proprietario di casa.

Nel caso della cessione del credito, l’impresa che effettua lo sconto in fattura può cedere il suo credito ad enti come banche e fornitori, ricavando subito liquidità e recuperando le spese effettuate (i famosi 5.000 euro).

Anche il proprietario oppure il condominio possono cedere il credito agli istituti di credito, aprendo una linea credito apposita.

Il famoso Ecobonus al 110% di cui molti parlano, invece, viene applicato soltanto nel caso in cui vengano effettuati dei lavori di ristrutturazione cosiddetti “trainanti”, che vadano a migliorare l’immobile di due classi energetiche.

Si tratta di lavori per l’efficienza energetica come la creazione di un cappotto termico, pannelli fotovoltaici e creazione di colonnine elettriche.

A queste attività si possono affiancare gli interventi di cambio infissi, ma non andranno a rientrare nel 110% – verranno comunque valutati al 50%.

Le spese che rientrano nel bonus infissi

Può beneficiare del bonus infissi 2020 chiunque esegua degli interventi per ottenere un miglioramento termico dell’edificio, tramite la sostituzione o modifica delle finestre.

In particolare, rientrano nelle lavorazioni: fornitura e posa in opera di finestre, persiane, scuri, avvolgibili, cassonetti degli infissi.

Sono comprese nel bonus infissi anche porte d’ingresso, tende da sole e schermature solari.

Nel caso di sostituzione dei vetri delle finestre, questa operazione rientra nelle spese per il miglioramento termico, quindi può essere inserita nelle agevolazioni fiscali.

Da queste normative, rimangono escluse le zanzariere, per le quali non si può invocare un Ecobonus né in fase di ristrutturazione, né come schermature solari.

Requisiti per il bonus infissi nella ristrutturazione

Tutte le tipologie di lavori dovranno comunque essere certificati da un tecnico, rispettando le linee guida dettate dall’Agenzia delle Entrate – altrimenti, può esserci il rischio di sanzione e una perdita del beneficio di detrazione fiscale.

Dovranno essere lavori di sostituzione o modifica infissi già esistenti, l’opera deve delimitare degli ambienti riscaldati verso l’esterno (la classica finestra), oppure verso vani non scaldati (per esempio la finestra di una struttura dentro un capannone).

Inoltre, cosa importante, i nuovi infissi devono avere un valore di trasmittanza termica (Uw) inferiore o uguale al valore di trasmittanza limite riportato nel D.M. 26 gennaio 2010 relativo a queste lavorazioni.