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Boom di contagi: dal Piemonte al Lazio è allarme rosso

Se il tanto chiacchierato e improvviso cambio del Dpcm – per cui il Consiglio dei Ministri si appresta oggi a varare la nuova stretta necessaria al dilagare della pandemia – sembrava l’ipotesi peggiore, a tramutarlo in incubo arriva la decisione di cambio colore per molte delle regioni italiane che, in queste settimane, stanno subendo maggiormente il boom dei contagi. A prescindere dalle nuove disposizioni, infatti – per cui si prevede l’anticipo del coprifuoco alle 20, se non addirittura alle 18, e il lockdown nei weekend, insieme a divieti più stringenti che toccheranno la settimana di Pasqua – mezza Italia si colora di rosso, sulla base del monitoraggio settimanale che registra un Rt sempre più in crescita. In particolare, Lazio, Friuli Venezia Giulia ed Emila Romagna sono le regioni in attesa del loro destino, insieme a Piemonte, Lombardia e Veneto. La preoccupazione maggiore nelle metropoli riguarda l’ambito dei trasporti: la bomba biologica che secondo gli esperti sta trascinando all’insù i contagi.

E’ già colore rosso quello di Campania, Molise e Basilicata; mentre ancora in arancione è l’Abruzzo, nonostante i 33 comuni in fascia rossa nelle province di Pescara, Chieti, Teramo e L’Aquila. Le uniche ‘salve’ apparirebbero dunque Calabria e Valle d’Aosta – attualmente in zona gialla – insieme alla Sicilia che, tuttavia, fa da jolly, in quanto anche lì sono molte le restrizioni a livello locale. Puglia, Umbria e Liguria rischiano, inoltre, di entrare in arancione. E infine lei, la Sardegna, che resta ancora “sana e bianca”. Il picco della curva dei positivi si attende già in questa settimana, ma a turbare sono principalmente i ricoveri in terapia intensiva e i decessi. Questo è il motivo di base che spinge il governo ad adottare fin da subito le misure restrittive, per le quali ogni ipotesi di ‘ammorbidimento’ diventa ufficialmente utopia. Inoltre, si preannuncia lo stop alla circolazione dal giovedì santo al martedì successivo, con ristoranti e bar chiusi. Esattamente come un anno fa dunque. Un ritorno al passato, che tanto passato non è.

Francesca Perrotta

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