Johannes Brahms nasce ad Amburgo il 7 maggio 1833 da una modesta famiglia che, riconosciuto il grande talento musicale del figlio, non manca di fornirgli la migliore istruzione possibile.

Johannes Brahms, fonte: immagine web

La musica di Johannes Brahms in controtendenza

La seconda metà del 1800 vede l’Europa divisa tra due grandi correnti artistico-musicali: la prima, quella tardo-romantica, capeggiata dallo spirito del mito di Beethoven, in netta contrapposizione all’estrema avanguardia di Wagner, il titanico.

In questo grande dibattito di opere e sinfonie, trova il suo posto il compositore amburghese, che delinea per sé un percorso di gusto classico, fondato sulla rivisitazione e la copia come fonte di creazione.

Johannes Brahms, Op.49 No.4 – Lullaby

Johannes Brahms tiene il suo primo concerto all’età di 10 anni: da quel momento e senza sosta vive solo della sua musica, incedendo senza mai voltarsi indietro per la lunga strada degli immortali.

Nonostante fu Schumann colui che considerò come unico e vero maestro, quando compose la sua prima Sinfonia, questa venne prontamente definita dalla critica “La Decima di Beethoven“.

Johannes Brahms: Symphony No.1 – Vienna Philharmonic Orchestra diretta da Leonard Bernstein

Fervente religioso e di indole abitudinaria, Brahms adorava i soggiorni che gli consentivano lunghe passeggiate in mezzo alla natura, fonte di continua ispirazione per il compositore amburghese.

La sua scarsa attenzione nei confronti della musica per opera, era naturalmente bilanciata dallo spiccato interesse per cori e voci: nel 1857 costituì e diresse per tre anni un coro femminile.

Johannes Brahms, Trascrizione Danze Ungheresi – Vienna Philharmonic Orchestra diretta da L.Bernstein

Il Dibattito sulle Danze Ungheresi

Siamo soliti affiancare a Brahms la composizione delle Danze Ungheresi, lavoro attaccato da detrattori di ogni epoca e difeso dal compositore con la puntualizzazione nel titolo stesso: “Trascrizione di Tre Danze Ungheresi“.

Le note Danze Ungheresi infatti hanno origine da popolari melodie gitane di cui Brahms ne pubblica partitura in qualità di arrangiamento, in precisa linea con la sua idea di arte nata dalla rivisitazione del già esistente.

A sostenere questa visione di genesi creativa, abbiamo le parole di Giorgio Pestelli, che nei suoi Studi su Brahms esprime il suo punto di vista a favore del compositore amburghese:

“La modernità di Brahms consiste prima di tutto nella sua ricchezza di spirito critico, di adeguatezza alla vastità della tradizione. Proprio per la sua cultura, Brahms ha capito che quel progresso esaltato dal mondo scientifico della sua epoca, in arte è un concetto fasullo, ha capito che ciò che conta non è fare una cosa, ma rifarla”.