Con il Parlamento e la Corte Suprema nel mirino degli estremisti di destra, ieri mattina il presidente Bolsonaro è tornato a scagliarsi contro due giudici della Corte Suprema (Stf).
“Il nostro Paese non può continuare a essere tenuto in ostaggio da una o due persone: o queste persone rientrano nei ranghi, o saranno escluse dalla vita pubblica”, ha detto il capo dello Stato durante una diretta sui social. Nelle ultime settimane, Bolsonaro ha intensificato gli attacchi ai giudici della Stf, Alexandre de Moraes e Roberto Barroso, colpevoli, a suo dire, di agire “fuori dalla Costituzione”. “Continuerò a giocare dentro le quattro righe (della Costituzione) ma d’ora in poi non ammetterò che altri giochino al di fuori di esse”, ha affermato il leader di estrema destra. Bolsonaro è oggetto di indagini sia presso la Stf, su ordine di de Moraes, sia presso il Tribunale superiore elettorale, (Tse), di cui Barroso è presidente. “La regola del gioco è una: rispetto della Costituzione, libertà di opinione e che la volontà popolare sia posta davanti a tutto”, ha concluso Bolsonaro.
Video pubblicati dal sito Metrópoles con sede a Brasilia mostrano gli agenti usare spray al peperoncino per respingere una folla di fan del presidente nelle prime ore di martedì. Le immagini mostrano il tentativo del gruppo di sfondare un blocco della polizia sul viale che porta al Congresso usando camion drappeggiati con la bandiera gialla e verde del Brasile. Altri filmati ritraggono un ufficiale di polizia che estrae la pistola nel tentativo di dissuadere la folla e i sostenitori di Bolsonaro che giurano di prendere d’assalto la Corte Suprema. In un video si sente una sostenitrice di Bolsonaro che rimprovera la polizia per aver bloccato il percorso dei manifestanti. “Dio te la farà pagare per questo. Voi comunisti!”, grida.
Sabato Bolsonaro, noto per la sua ammirazione per i leader autoritari e la dittatura brasiliana del 1964-85, ha avvertito che era in programma una “rottura” politica.
Oltre al raduno di martedì mattina a Brasilia, nel pomeriggio era previsto un secondo raduno di massa nella capitale economica del Brasile, San Paolo. Manifestazioni più piccole si stanno svolgendo in altre città, mentre anche alcuni gruppi di opposizione hanno in programma di marciare, alimentando i timori di scontri tra le due parti.
Per Ruth de Aquino, editorialista del quotidiano O Globo, Bolsonaro sta intenzionalmente cercando di innescare la violenza per distrarre dai disastro della sua presidenza. “Molti presidenti ricorrono a conflitti all’estero per aumentare la loro popolarità. In assenza di nemici esterni, Bolsonaro sta incitando una guerra interna in modo che il Brasile dimentichi la sua totale incompetenza”