Tutti noi conosciamo il detto “l’abito non fa il monaco” ma nonostante questo lo sport, come la vita, insegue un’infinità di luoghi comuni
Per quanto riguarda il Golf, lo stereotipo più ricercato da ogni golfista di ogni livello è la perfezione tecnica del gesto.
A volte però arriva qualcuno che risponde realmente a quel detto e frantuma ogni barriera connessa allo standard perfetto.
Bubba Watson è uno di quegli uomini, il golfista che nessuno tecnicamente vorrebbe copiare ma che fa divertire chiunque quando lo guardi.

Bubba Watson
L’inconfondibile Drive rosa di Bubba Watson
Photo Credits: Andrew Rice Golf

Gerry Lester diventa Bubba Watson

Gerry Lester Watson Jr. è questo il suo vero nome, nasce a Bagdad il 5 Novembre 1978. Visto che il padre è un ufficiale dei corpi speciali Berretti Verdi dell’esercito si potrebbe fraintendere, ma qui siamo in Florida. Più precisamente, vicino a Pensacola, zona famosa proprio per le diverse basi militare degli Stati Uniti.
Il piccolo Gerry è sin da piccolo soprannominato “Bubba” da suo padre in onore di “Bubba Smith”, ex giocatore di Football Americano ed ora attore.
Tutti giocano a golf nella sua famiglia e così anche il piccolo Bubba all’età di 6 anni inizia a colpire palline nel giardino di casa.

“L’abito non fa il monaco” e “chi fa da sè fa per tre”

Se c’è una cosa che tutti sanno di Bubba Watson è quanto sia fiero nell’affermare che non ha mai preso una sola lezione di golf in vita sua. Difatti sin da piccolo si allena nel giardino di casa in cui sono presenti molti alberi: il suo unico scopo è quello di far girare la pallina intorno alla casa, tagliandola in ogni modo.
Quando non può giocare fuori, lo fa direttamente in casa, inizialmente con palline wiffle (di gomma). La sua sensibiltà ed il suo controllo diventano tali che inizia ad usare palline vere… sia in cortile che dentro l’abitazione.
Grazie a tutto questo Bubba Watson gioca a golf prima nella Milton High school, per poi continuare al Faulkner State Community College, in Alabama.
Ottiene così una borsa di studio presso la Georgia University nel 2000 ma interrompe gli studi per diventare professionista.
Non sapremo mai se con un maestro ed una tecnica ortodossa le cose sarebbero state diverse, ma sappiamo che nessuno disegna il cielo come lui.

Bubba Watson
Una delle sue straordinarie curve con il Drive
Photo Credits: Today’s Golfer

Dagli inizi fino al primo successo

Diventato professionista nel 2002 comincia la sua carriera sul Nationwide Tour e ci rimane fino la 2005, quando riesce a cogliere l’ultimo posto disponibile per il PGA Tour.
Al Nationwide Tour si ricordano ancora di quando nel 2004 al Gila River Classic al Wild Horse Pass Resort ha scagliato un drive a 422 yards.
Il padre di Bubba Watson non ha potuto assistere purtroppo alla consacrazione del figlio, per colpa di un cancro che lo porta via proprio nel 2010.
Bubba deve però aspettare fino al 2010 al Travelers Championship per la sua prima vittoria sul PGA Tour, ma che sia un tipo non convenzionale è ormai risaputo.
Il suo swing è di quanto tecnicamente meno perfetto esiste, e la parola “dritto” è quasi un insulto abbinata al suo nome.
Eppure nonostante le sue palline disegnino parabole incredibili, per 3 anni dal 2006 in poi ha guidato il Tour in Driving Distance con una media di 315 yards.
Ad oggi le sue vittorie sul PGA Tour ammontano a 14 ma di certo la più importante ed emozionante è il Masters 2012.

Un Draw da leggenda per il Masters


Il Master è il Master, già vincerlo ti inserisce tra i pochi che raggiungono la cima più alta di una carriera, ma quando per farlo scagli uno dei colpi più sensazionali della storia…raggiungi proprio l’Olimpo.
Il play-off è contro Luis Oosthuizen, la buca da giocare la 10 (Camellia, par 4, 453 metri): quella più difficile dell’intero percorso.
Bubba Watson spara il tee-shot in profondità dentro il bosco sugli aghi di pino, a circa 150 metri dal green, a cui però non può tirare.
Eppure a lui deve essere sembrato di trovarsi di nuovo nel cortile di casa.
Fa compiere alla pallina un gancio di oltre 40 yards con il suo wedge per far atterrare la pallina a meno di 15 piedi dalla buca, per andare poi a vincere.

Bubba Watson
Bubba Watson con la moglie Angie e il figlio Kaleb
Photo Credits: The Sun

Dio, patria e famiglia

Per il figlio di un militare è del tutto normale essere attaccato alla sua terra e alla famiglia. Bubba Watson non fa eccezione.
Sposa Angie, conosciuta all’università e quando lei gli dice di non poter avere figli, lui risponde: “Va bene, se Dio vuole che li adottiamo, sarà così”.
Cresciuto come fervente cattolico, non ha mai cercato di tenere nascosta la sua fede e il suo amore per il prossimo. Lo dimostra non solo l’adozione di kaleb e Dakota ma tutto quello che fa per la sua terra natia.
Dopo diversi anni vissuti lontano, torna a Pensacola e qui costituisce la Bubba Watson Foundation nel gennaio 2014.
Successivamente, crea il “Bubba’s Bash”, un concerto di beneficenza annuale composto da artisti di vari generi e oratori che condividono l’amore per Dio.
In seguito apre un negozio di caramelle chiamato “Bubba’s Sweet Shop” e nel 2015 diventa proprietario parziale del Pensacola Blue Wahoos, una squadra di baseball della lega minore.
Insomma Bubba Watson cerca, come lui stesso ripete, di fare tutto quello che può per la sua terra. Perchè quella è la sua casa e la sua famiglia.

Bubba Watson: Genio o pazzia?

Purtroppo, come spesso accade, non tutti capiscono subito qualcuno di così diverso dall’ordinario. Inoltre la fervente fede di Bubba Watson gli ha anche creato dei problemi, portandogli contro molte critiche.
Come quando si è pubblicamente schierato contro i gay, rei di essere dei peccatori perchè così dice la Bibbia.
Sono celebri al negativo anche le sue sfuriate contro il suo caddie e diversi suoi comportamenti e commenti. Per non parlare poi di alcuni alterchi verbali con giocatori considerati troppo lenti da uno così impaziente come lui.
Tutto questo lo porta a crearsi diverse inimicizie all’interno del circuito, esempio massimo è il 2012. In quell’anno un sondaggio fra i giocatori lo presenta addirittura come il giocatore più antipatico della PGA.
Ma in fondo uno guarda Bubba Watson, il suo swing, il suo modo di muoversi e la prima cosa a cui pensa è: “che confusione!”.
Il limite fra genio e pazzia è però un velo sottile e, lui stesso, ha ammesso di soffrire quasi sicuramente di ADD. “Attention Deficit Disorder”.
Questo disturbo spiega in buona parte molti dei problemi, sopratutto con i colleghi.
Tutto ciò, unito a dei problemi fisici, lo hanno anche portato a pensare al ritiro. Perchè per uno come Bubba Watson, vita privata e golf sono talmente legati che solo quando sta bene fuori dal campo può esserlo anche durante il gioco.
Nonostante tutto questo, ogni amante del golf non vede l’ora di poter assistere ad un’altra, ennesima parabola follemente calcolata nell’aria.

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