Un 14enne pestato da un gruppo di undici ragazzi è in ospedale per traumi alla schiena e alla testa. Ultimamente Il fenomeno del bullismo in Italia sembra aumentare. I casi di bullismo che coinvolgono gli adolescenti fra gli 11 e i 14 anni sono circa il 35%.

Lo hanno pestato con calci e pugni. Ed erano in undici, fra i 13 e i 16 anni, ora tutti indagati per lesioni aggravate. Succede a Luzzara, nel Reggiano, subito dopo l’uscita da scuola (l’episodio avviene il 30 aprile 2017). La vittima rimasta coinvolta è un 14enne. Dalle indagini dei Carabinieri emerge chiaramente la gravità dell’episodio. L’adolescente è stato vittima di persecuzioni per diversi mesi, ma mai denunciate, per paura di ritorsioni da parte del gruppo.

In Italia il bullismo ha raggiunto, negli ultimi anni, quote percentuali molto elevate. È sufficiente consultare il report di Telefono Azzurro (liberamente consultabile dal sito), per ora aggiornato al 2015. Ma nulla fa presumere che, in questi due anni dall’ultimo studio, i casi siano diminuiti in numero o in gravità. Anzi, forse il contrario. Un adolescente su tre è vittima di bullismo, ma solo uno su dieci trova il coraggio di denunciare tali atti o di parlarne con qualcuno. La diffusione e la gravità del fenomeno è quindi soltanto stimata (e in parte sconosciuta).

Quello di Luzzara è un episodio di bullismo grave, come la maggior parte di quelli che avvengono quotidianamente in tutta Italia (ad esempio, come quello di cui raccontavamo nell’articolo del 30 giugno 2017). Senza contare i casi di cyberbullismo (bullismo attraverso Internet), in cui le percentuali e la gravità aumentano in modo decisamente preoccupante.

La piaga sociale del bullismo sembra, in alcune circostanze, ancora un tabù. Un argomento spinoso, difficile da affrontare anche con i propri famigliari. Un qualcosa di cui si deve provare vergogna, di cui non si può e non si deve parlare; qualcosa su cui è meglio far finta di nulla, chiudere un occhio. Peccato, però, che con un occhio tumefatto e dolorante non si riesca a chiudere bene le palpebre sulla realtà dei fatti.

Andrea Picchi