La Cassazione ha accolto il ricorso dei genitori di un adolescente vittima di bullismo che aveva tirato un pugno ad uno dei suoi “aguzzini“
Il ragazzo vittima di bullismo, “lasciato solo dalle istituzioni e senza sostegno pubblico e sociale“, ha avuto reazioni aggressive nei confronti del suo bullo.
E’ questo quanto riportato dal verdetto della Cassazione che ha ammesso di dover “dimostrarsi sensibile” verso le vittime in difficoltà per capire le loro reazioni.
La condanna che sottovalutava il bullismo
Nel 2017 la Corte di Appello di Catanzaro aveva però condannato i genitori della vittima a risarcire i genitori del bullo che aveva ricevuto un pugno dalla vittima come risposta a tutte le umiliazioni violente, intenzionali e reiterate subite.
Sul verdetto della Corte d’Appello si leggeva, però, che “essendo il comportamento offensivo e persecutorio della vittima collocato in una fase temporale diversa da quella della reazione del ragazzo, quest’ultimo non aveva agito per legittima difesa“.
Con tale sentenza la Corte valutava il gesto della vittima come reazione “a freddo” che non doveva essere “perdonata” o valutata come legittima difesa.
La nuova sentenza
Nella nuova sentenza, invece, i supremi giudici hanno evidenziato che non andavano ignorate “le condizioni di umiliazione” subite dal ragazzino.
Nella sentenza è confermato che è prevedibile che la vittima possa reagire con comportamenti aggressivi, frutto di forme di resilienza passiva e autoconservativa.
Tali forme possono evolversi in forme di autodistruzione oppure tradursi, come in questo caso, in comportamenti esternalizzati aggressivi.
Come riportato dall’Ansa, ora ci sarà un appello bis che dovrà seguire questo verdetto per valutare quest’ennesimo caso di bullismo.