Il mondo sta cambiando, il calcio deve adeguarsi. La sintesi perfetta di come tutto sia sempre più social e lo stesso vale per il pianeta del pallone. In questo momento dell’anno la maggior parte dei campionati sono in pausa estiva, con i tifosi di ogni dove in fermento e ansia in attesa di notizie sulla campagna acquisti e cessioni della propria squadra del cuore. Il lavoro dei direttori sportivi non si ferma mai, scavalcano diversi ostacoli per accontentare presidenza e allenatore, ma neanche le piattaforme mediatiche abbandonano il campo, condividendo giorno per giorno news, aggiornamenti e molto altro ancora.

Ma esistono realmente delle piattaforme social che regalano in tempi utili tutte le notizie attese? Oppure si rivelano inefficienti? In realtà già alcune squadre vantano di un livello alto di gestione della comunicazione attraverso i social network, soprattutto se teniamo conto dei club di prima fascia. La piattaforma di base è sempre stata Facebook, ma quella di frontiera in questo momento è Instagram, non solo per quel che riguarda i club, ma anche i calciatori stessi. Sull’ultimo social in particolare, i club più vincenti della Serie A, ad esempio, sono già presenti nella forma della diffusione di immagini relative ai giocatori e alle performance sportive, ma anche tramite la modalità delle Instagram Stories, utilizzate per raccontare gli eventi sul territorio cui partecipano i calciatori o per riportare alla luce fatti storici. Questo uso che si fa di Instagram è particolarmente interessante: essere presenti su Facebook o Twitter attraverso le performance sportive, dei calciatori e del calciomercato, sono le attività di base che complessivamente tutte le squadre svolgono. Ma il passo in più invece è riuscire a raccontare sui social tutto quello che resta del club, un mondo fatto di valori e identità che possono essere raccontate anche su altre piattaforme, ma anche un mondo incentrato sul marketing e la sponsorizzazione di quello che ormai lo stemma della squadra è diventato brand sportivo. 

Una statistica interessante sui vari campionati europei – immagine fonte web

Il recente acquisto di CR7 da parte della Juventus è l’esempio lampante di come l’arrivo di un campione a livello internazionale si faccia sentire anche a livello mediatico. Difatti, il post con più mi piace su Instagram prima riguardava l’addio di Gianluigi Buffon, con gli auguri annessi per la sua nuova avventura parigina, poi con l’annuncio ufficiale dell’atterraggio di Cristiano Ronaldo a Torino è stata tutta un’altra storia: ben 3 milioni di like sul post inerente all’ex Real Madrid (a differenza dei 600.000 di Gigi). Una cifra incredibile che viene rispecchiata anche dall’aumento dei follower su tutti quanti i portali social della Vecchia Signora: l’account Instagram è passato da 10.200.000 a più di 11 milioni di follower, con il contatore che corre veloce, stesso discorso su Twitter, dove sono arrivati più di 70.000 nuovi fan soltanto sull’utente italiano, infine Facebook, dove la crescita è stata di circa 500.000 “Mi piace” alla pagina ufficiale.

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CR7 a Torino per le visite mediche – immagine di “Corriere dello Sport”

Tralasciando le strategie di marketing o le semplici comunicazioni di rito, non dimentichiamoci del ruolo svolto dagli stessi giocatori a livello mediatico. Comunicano sui 3 colossi social per eccellenza, parlando di gare e vittorie, ma soprattutto con lo smartphone in mano gli atleti svelano la loro vita fuori dal campo. E spesso si fanno aiutare da consulenti o social media manager. Perché in fondo è amore a prima vista. Twitter, Facebook e Instagram sono ormai mondi che il calciatore frequenta molto spesso. Grazie ai social si riesce a star vicini ai tifosi, ma anche a crearsi un’immagine. La posta in gioco è rilevante, soprattutto per gente sempre sotto i riflettori che non può permettersi chissà quali gaffes di troppo. Per questo dietro ogni mossa social dei calciatori ci si affida sempre più a figure esperte, a dei consulenti, che hanno il compito di suggerire ed indirizzare il proprio assistito, senza però sostituirsi a quest’ultimo. Un esempio lo possiamo trovare in Max Sardella, social media manager di 36 anni proprio di Alessandro Florenzi, terzino destro della Roma, ma anche di Fabio Pisacane, difensore del Cagliari. Lui, come altri nel suo settore, sostiene che in un account social ci sia il calciatore con la sua storia, che sia lui a parlare e a postare, sottolineando quanto sia importante la trasparenza e la naturalezza per un calciatore. D’altronde quale miglior profilo se non quello di Francesco Totti: agli occhi di tutti un personaggio genuino, allo sguardo dei tifosi l’eterna bandiera della Roma. Ed è straordinario notare come questo resti invariato nonostante tutto, nella vita di tutti i giorni, riuscendo tranquillamente ad esprimere italianità e romanità insieme.

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Totti e un post bellissimo dedicato ad Ilary – immagine di “Il Messaggero”

Nell’anno in cui ha debuttato il VAR nell’universo calcistico, esiste una tecnologia più potente ed importante: i social. Nessuno può più farne a meno, tutti si abbeverano da questa fonte inesauribile di notizie (a volte false o “fake“) spalmate in tempo reale sul web. Su internet nascono trattative, abboccamenti, rapporti con gli sponsor e notorietà più o meno meritate. La giungla dei social, però, è così: può elevare alle stelle un’atleta o una società sportiva o compromettere l’immagine irrimediabilmente. Basta poco, davvero. 

USARE CON CURA.

 

YVONNE ALESSANDRO