Quattro squadre, due stadi, due semifinali, una finale di coppa da conquistare: domenica è stata davvero una giornata appassionante per il calcio scozzese. Tra Murrayfield (stadio nazionale del rugby a Edimburgo) e Hampden (stadio nazionale del calcio a Glasgow) infatti, ben 110.000 spettatori (più del 2% dell’intera popolazione scozzese) hanno assistito alle due semifinali, che avevano due favorite d’obbligo: Celtic e Rangers.
CAPOLAVORO BIANCOROSSO Delle quattro del lotto, l’Aberdeen era sicuramente quella meno accreditata: persi nell’ultima estate dei tasselli importanti come Christie, Rooney e McLean e club senza grossi fondi a causa della costruzione del nuovo stadio, i Dons, reduci dal quarto secondo posto consecutivo della scorsa stagione, sono partiti malino in questo campionato, vincendo appena 3 delle prime 9 partite e stazionando addirittura all’8° posto in classifica. Anche nella tifoseria biancorossa serpeggiava una certa insofferenza: dei 15.000 biglietti a disposizioni ne sono rimasti invenduti addirittura 4.000, nonostante quella coi Rangers sia una delle rivalità più sentite dai tifosi dell’Aberdeen.
Di fronte, gli uomini di McInness avevano i Rangers di Steven Gerrard, attualmente quinti in classifica ma autori di una straordinaria cavalcata in Europa League che li ha portati ai gironi, dove stanno peraltro conducendo il proprio raggruppamento.
I Gers erano quindi nettamente favoriti alla vigilia, ma non potevano disporre dei loro due cannonieri in questa stagione: Alfredo Morelos (12 gol in questa stagione) e Kyle Lafferty (5). Dopo un inizio di marca Dons, i Rangers hanno preso il comando delle operazioni per quasi un’ora, dominando la partita ma senza riuscire, ovviamente viste le premesse, a segnare. Nel finale di gara i Dons hanno preso coraggio e messo il naso fuori. A 11 minuti dalla fine, un corner di Niall McGinn ha trovato la testa del giovane Lewis Ferguson, nipote di Barry leggenda dei Rangers: nulla da fare per l’esperto McGregor e tifosi biancorossi letteralmente impazziti, visto che nel finale di gara i Rangers non sono andati minimamente vicini al pareggio. Quindicesima finale di League Cup per l’Aberdeen quindi, conquistata contro i pronostici e accolta con grande entusiasmo dalla piazza che necessitava di una scossa di questo tipo.
CELTIC FACILE… MA NON TROPPO In precedenza a Murrayfield si era disputata la prima semifinale, ovvero quella tra Hearts e Celtic. A guardare le rose delle due squadre, non sarebbe dovuta esserci storia. Ma gli Hearts di questo inizio stagione sono una bellissima sorpresa e infatti stanno guidando il campionato con autorevolezza. Gli infortuni però stanno falcidiando la squadra di Craig Levein, che dopo aver perso Berra, Souttar e Ikpeazu nelle settimane precedenti, dopo 5 minuti domenica ha dovuto fare a meno anche della stella Steven Naimsith (distorsione al ginocchio, ne avrà per 6-8 settimane: in bocca al lupo!). In una situazione così precaria, i Jambos sono riusciti comunque a tenere testa al Celtic per tutto il primo tempo, capitolando solo a inizio ripresa, peraltro prima per un rigore molto dubbio, realizzato da Sinclair, e successivamente per una papera del portiere ceco Zlamal, che ha spianato la strada per il raddoppio di Forrest. Il sigillo è poi arrivato grazie a una bella rete da fuori area di Christie, ma l’impressione è che la partita, senza l’infortunio di Naismith, sarebbe potuta essere differente. Il Celtic, nonostante la squadra di Rodgers non sia più brillante come nel primo anno della gestione del nordirlandese, ha meritato questa finale.
Detto questo, quello di domenica 2 dicembre tra Aberdeen e Celtic ad Hampden si preannuncia come un match davvero imperdibile: 3° successo di fila in League Cup per gli Hoops (che alzerebbero per la 18a volta la Coppa di Lega più antica al mondo) o il 7° in totale per l’Aberdeen?
ENRICO DELL’ANNA
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