Call of Duty Vanguard Recensione, una guerra troppo piccola

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Di Lorenzo Mango

Call of Duty Vanguard è un titolo per il quale avrei voluto scrivere tutt’altra recensione. Purtroppo, dovrà accontentarsi, e io con lui, di questa. Molto meno entusiasta del previsto, e anche più corta. Corta come la campagna del gioco, che ti abbandona proprio quando diventa più interessante. Call of Duty Vanguard non ha ricevuto l’attenzione che meritava? Questa domanda mi perseguita, specialmente dopo aver provato Warzone, in coda al mio test sul multiplayer di Vanguard. Che torna indietro non solo nel tempo, ambientandosi ancora una volta nella seconda guerra mondiale. Ma anche contenutisticamente, con un’offerta ludica e narrativa sottotono e “da compitino svolto”.

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Oltre al doppiaggio, anche le espressioni facciali dei personaggi sono molto curate.

Call of Duty Vanguard Recensione, una campagna incompleta…

Ho parlato di compagna che finisce “sul più bello”, e che nel titolo di questo paragrafo definisco “incompleta”. Non una parola a caso, da usare con leggerezza solo per raccontarvi quanto sia effettivamente breve la storia raccontata in Call of Duty Vanguard. Reduce di fresco dal test di Bright Memory Infinite, infatti, non potrei essere più permissivo di quanto non sia già con la mera durata in ore di un’avventura. Che, come ho sempre sostenuto anche in altri contesti, significa tutto e niente. Soprattutto se in funzione di un evidente tentativo di spettacolarizzazione cinematografica di questo Vanguard. 

Spettacolarizzazione che, va detto, non manca. Inquadrature, fotografia, cutscene, doppiaggi e resa grafica “tecnica: funziona tutto dannatamente bene in Call of Duty Vanguard. Così come la direzione generale che ha curato ambientazioni, level design e weapon design. Suoni inclusi, il feedback di Call of Duty Vanguard è infatti buono come sempre. Il problema è che nessuna di queste considerazioni fa guadagnare punti a Vanguard. Semmai, invece, gliene fa perdere ancora.

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Il feedback delle armi, per fortuna, è molto buono.

A che pro dotare di poteri quasi “da hero shooter” i protagonisti della missione principale di Call of Duty, se poi possiamo sfruttarli solo uno alla volta, in capitoli distinti, e su superfici scriptatissime? Ah ecco, a tal proposito: perchè, oltretutto, cercare inutilmente di nascondere i succitati eventi scriptati mistificandoli per “sfruttamento delle abilità” singolari dei personaggi? Quando sarebbe stato molto più efficace inventare sezioni di livello in cui farne uso in modo più organico e interattivo? Pagando lo scotto sul fronte della resa grafica di alcuni momenti forse. Ce ne saremmo fatti una ragione. Almeno, avremmo avuto l’impressione di star facendo qualcosa davvero durante la campagna, al di fuori del mirare e sparare a degli NPC. 

Perciò sì, l’ho detto e lo ripeto: la campagna di Call of DUty Vanguard è, purtroppo, incompleta. Incompletabile, ormai, a meno di riflettere su una serie di DLC che riescano a restituire dignità a un cast davvero ben assortito; alle prese con una missione banale, banalissima. Ma diciamolo: era mai stato un problema in Call of Duty?

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La modalità zombie si conferma la migliore del pacchetto.

…e poi Back 4 Duty

Dulcis in fundo, l’unica modalità che poteva, e in parte lo fa, riportare a galla Call of Duty Vanguard: la zombie. Da tempo immemore (quasi, in realtà “memorissimo”) Call of Duty propone in ogni sua iterazione una campagna multiplayer cooperativa “vivi contro non morti” di tutto rispetto. Anche in Call of Duty Vanguard, per fortuna, mi sono divertito moltissimo testando una modalità che si conferma portante per il nuovo titolo Activision. Il mio unico rammarico è pensare che per la produzione, la modalità Zombie sia ancora soltanto una “side quest” di importanza secondaria. Quando invece è palese che la modalità  Zombie potrebbe benissimo reggersi sui suoi piedi da sola. Mentre relegandolo a stampella il risultato finale del gioco nella sua interezza rimane comunque complessivamente insoddisfacente. 

Call of Duty Vanguard Recensione, il solito multiplayer

Nemmeno il multiplayer riesce a risollevare le sorti di Call of Duty Vanguard. Le modalità sono tante e teoricamente diversificate, ma “si giocano” tutte in modo fin troppo simile. Manca un tocco di freschezza reale, una modalità che cambi il pasto in tavola quel tanto che basta per differenziarsi “dal solito” Call of Duty. Una modalità che sfrutti degnamente, magari, le abilità disponibili in single player per i personaggi della campagna. 

E volendo scavare in un buco già di per sé abbastanza profondo, non ho potuto non notare che il bilanciamento tra il power level delle armi, e tra le varie abilità “catena di uccisioni”, non è affatto stato tarato con la cura dovuta. Ci sono diverse armi e combinazioni di esse letteralmente obliteranti. Sia che siate veterani di Call of Duty, e sappiate quindi come orientarvi in un panorama bellico decisamente poco simulativo (e molto arcade). Sia, a maggior ragione, che siate novizi appena sbarcati. Carne da macello per i cani da guerra, vere spine nel fianco che trascendono il livello di “fastidio”: sono proprio frustranti. Ed è solo una delle molte abilità “sbilanciate” che si possono sfruttare nel multiplayer di Vanguard.

In multiplayer molte armi e abilità sono ancora sbilanciate.

Non sarebbe stato meglio tenere solo Warzone?

La domanda sorge spontanea: non sarebbe stato meglio concentrare sforzi produttivi, tempi di sviluppo, energie ed esperienza per migliorare e potenziare Warzone… e basta? La determinazione e l’integrità, con i giochi simil Fortnite (e con Fortnite stesso), intendendo gli ongoing games ancor prima dei Battle Royale, è l’unica vera moneta di scambio che i developer hanno per ottenere fiducia e fidelizzazione di player. 

Concentrandosi unicamente sul free to play Activision sarebbe certamente stata in grado di trainarlo fuori dalla palude nella quale costantemente e reiteratamente si inceppa in fase di bilanciamento di armi, aim assist, level design delle mappe. Lavoro oneroso che, tra l’altro, sta comunque svolgendo, e ha svolto in parallelo con lo sviluppo di Vanguard. Solo ora, dopo aver testato a fondo quest’ultimo, mi è risultato evidente chi tra i due abbia subito e perso di più. E lo dico da non amante dei Battle Royale: pensate un po’.

Avanzando di livello e giocando con determinate armi si sbloccano potenziamenti per migliorarle esponenzialmente.

Call of Duty Vanguard Recensione, in conclusione: NCS (non ci siamo)

Ci sono tante buone idee in Call of Duty Vanguard. La scelta di rendere determinate superfici verticali e orizzontali penetrabili dai proiettili ad esempio; costringendo i player amanti delle vacanze nelle autovetture con casa su ruote al traino (CAMPER) a scegliere con cura location in cui sedersi e passare il tempo in attesa di venir scoperti e falciati. E garantendo una buona dose di adrenalina per tutti i giocatori in generale; non più sicuri di essere al sicuro (perdonate il gioco di parole) nemmeno quando al riparo.

Persino la campagna, che ho tanto criticato nel primo paragrafo di questa recensione di Call of Duty Vanguard, ne esce peggio di quel che in realtà è. Affossata dall’insoddisfazione che ho provato, e in molti con me proveranno, nello scoprire che “poteva dare molto di più” sia in termini ludici che narrativi. No, quindi, stavolta non applicherò la mia usuale filosofia del “non conta cosa avrebbe potuto essere, ma cosa è”. Perché ciò che Call of Duty Vanguard è oggi è la diretta conseguenza di quel che, dopo decenni di esperienza tanto in singolo che in multi, ha deliberatamente scelto di non essere. 

Un War Game completo, con una campagna non lunga, ma strutturata e interessante. Non innovativa, non sarebbe servita: solo “registicamente ben congegnata”. Con una modalità Zombie più padrona di sé stessa e della sua importanza nel complesso del gioco completo; con un multiplayer accessibile, in grado di mettere in difficoltà gradualmente e consentendoti di imparare a padroneggiarlo. Invece, per ora, Call of Duty Vanguard è solo una piccola guerra. E, permettetemi, una grande delusione.

CALL OF DUTY VANGUARD RECENSIONE | TESTATO SU PS5

+I personaggi della campagna sono interessanti, il doppiaggio è ottimo…
+Le abilità “a eroi” nel gameplay single player funzionano…
+Supporto nativo a Mouse e Tastiera su PS5

-…ma è tutto “troppo poco” (abilità, durata campagna)
-Il multiplayer non si discosta dalle esperienze passate (problemi di bilanciamento)
-La modalità Zombie è sottosfruttata
-Lo split screen online è vessato da diversi, fastidiosi bug

VOTO 6