Camera, la destra blocca il salario minimo e delega il governo

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Di Alessia Spensierato

La Camera blocca il salario minimo con i voti della maggioranza e delega il governo a legiferare sul tema. Affossato ogni tentativo delle opposizioni di inserire la paga oraria a 9 euro. I voti a favore sono stati 153, 118 i contrari, 3 gli astenuti. Il testo va al Senato. Durante la votazione l’opposizione urlava in coro “vergogna, vergogna” ed esponeva cartelli.

Camera, la destra blocca il salario minimo

Alla Camera ricomincia la battaglia sul salario minimo. La maggioranza si prepara ad approvare il provvedimento che delega il governo ad affrontare il tema degli stipendi bassi “entro sei mesi”. In Aula vanno in scena gli ultimi interventi e le dichiarazioni di voto, mentre in un’intervista a Rtl 102.5 la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha rinfacciato al Pd e al M5s il fatto di non aver mai approvato quello che ora propongono. Durante gli ultimi interventi hanno preso la parola tra gli altri Nicola Fratoianni che dopo aver concluso ha voltato le spalle all’emiciclo in segno di protesta nei confronti dei partiti di centrodestra che hanno “voltato le spalle al paese reale”. Per il Pd è intervenuta in Aula la segretaria Elly Schlein: “Oggi è un giorno triste, oggi che accartocciate con una mano la proposta di salario minimo delle opposizioni e con l’altro date un manrovescio a milioni di lavoratori poveri. Vorremmo sapere perché Meloni ce l’ha così tanto con i poveri. Voi all’ascensore sociale state tagliando i fili perché chi è povero resti povero”.

Nella giornata di martedì 5 dicembre, in una seduta ad altissima tensione alla Camera dei Deputati, il centrosinistra unito ha ritirato le firme dalla proposta sul salario minimo, che non aveva più nulla a che fare con quella originaria di 9 euro lordi l’ora per legge.

Il leader M5s Giuseppe Conte è arrivato persino a strappare il testo della nuova proposta in Aula. E ha detto: “State facendo carta straccia del salario minimo legale. Questa battaglia è stata rallentata, ma la vinceremo perché il Paese è con noi”.

Cosa ne pensa Giorgia Meloni della proposta delle opposizioni

Secondo la presidente del Consiglio, la proposta delle opposizioni di una paga di almeno 9 euro l’ora, “per paradosso, rischia di abbassare gli stipendi, perché il 95% dei lavoratori ha una paga oraria più alta e si rischierebbe di arrivare al paradosso in cui un datore dice: ‘Se posso abbassarla a 9 euro, perché devo pagare di più?’. Certo ci sono poi quelle sacche che prendono meno e sulle quali occorre intervenire come il governo intende fare”.

L’attacco di Giorgia Meloni ai sindacati

Nel corso del suo intervento in radio a ‘Rtl 102.5’, Giorgia Meloni ha anche sferrato una critica ai sindacati: “Mi stupisce la posizione di alcuni sindacati che vanno in piazza per rivendicare il salario minimo quando poi vanno a trattare i contratti collettivi e accettano anche contratti con poco più di 5 euro all’ora, come accaduto di recente con il contratto della sicurezza privata. Bisognerebbe essere un po’ coerenti”.