Circa ottocento persone, tra cui 200 minori, vivono in baracche in pessime condizioni igienico-sanitarie. In via Candoni, nella periferia del sud di Roma, ci sono bambini che nel campo giocano tra rifiuti, container e resti di baracche andate a fuoco. Inoltre le etnie delle popolazioni che abitano i campi sono spesso in scontro e non si danno tregua. Da 24 ore è presidiato l’incrocio con via della Magliana, dove le forze dell’ordine sorvegliano la zona per monitorare anche il passaggio di camion che scaricano rifiuti da bruciare.
Gli scontri tra etnie
Molti sono gli episodi di violenza e vandalismo che si sono verificati nei campi rom di Roma. Inizialmente erano sole famiglie romene, ma poi altre etnie hanno popolato il campo accendendo scontri tra le diverse culture.
Ania racconta di aver abitato in un container andato poi a fuoco lo scorso 3 luglio. “Non c’ero, ero a fare la spesa, sono tornata ed era tutto bruciato” dice la donna che ora non sa dove dormire. Altre famiglie come lei si sono arrangiate con materassi e ombrelloni per riposare e per proteggersi dal sole.
Una donna è stata recentemente accoltellata all’interno del campo. A 47 anni è finita in ospedale, ferita gravemente alla gola da un uomo, per aver reagito ad un tentativo di rapina. Ora le condizioni sono migliorate, ma è stata operata.
“Quello che succede qui dentro non è giusto, soprattutto per i nostri figli. Qui chi cerca di portare legalità viene aggredito” racconta Babalau, un abitante. Dice di essere il referente del campo e di avere un ruolo di mediatore culturale. Se prima la gestione del campo rom era affidata ai servizi sociali e di guardiania, oggi l’area è abbandonata dalle istituzioni. Unica presenza esterna, a parte le forze dell’ordine, è un presidio medico del Bambin Gesù che una volta a settimana visita i bimbi del campo.
Furti e incendi anche al deposito Atac
Anche il deposito Atac ha subito un incendio doloso che ha portato alla distruzione di sette autobus. Anche i dipendenti si sentono minacciati dai continui atti di vandalismo, dalle incursioni notturne e dai furti di gasolio. “Lavoro qui da 17 anni e niente è mai cambiato”, racconta uno si loro, “Siamo sotto scacco. Veniamo minacciati e non possiamo fare nulla”. Anche la sindaca Virginia Raggi commentò l’ultimo incendio ai bus parlando di “Episodio inaccettabile”.
Il flop del piano del Movimento 5 Stelle
Il campo rom di via Candoni è stato inserito nel Piano rom licenziato dalla giunta M5s nel 2017. Il piano prevedeva uno smantellamento graduale di 11 campi rom di Roma, tra “Istituzionali” e “Tollerati“, con affidamento tramite bando a realtà sociali per gestire la fuoriuscita delle famiglie. A distanza di tre anni solo un insediamento è stato chiuso, il Camping River sulla via Tiberina, e in due mesi molti abitanti sono finiti in strada, in mancanza di soluzioni alternative. I lavori per la chiusura sono ora in corso. Sarebbero dovuti partire dopo il lockdown a Castel Romano, ma un’indagine della Procura per reati ambientali ha portato proprio ieri al sequestro dell’intera area.
L’unica soluzione è la chiusura
Il centrodestra richiede lo sgombero per via Candoni. Commenta la consigliera della lega in Regione Laura Corrotti: “Dobbiamo garantire i diritti a chi li ha, chiedendo però il rispetto delle regole, invertendo prima di tutto il tasso di scolarizzazione dei minori all’interno del campo e mettere fine alle attività illegali”. “Unica soluzione è la chiusura“, dichiara il capogruppo leghista in Campidoglio Maurizio Politi.