Nel terzo girone della Serie D, il Campodarsego si è presa la testa della classifica alla 13a giornata e non l’ha più mollata. Lo stop forzato, ha sospeso la situazione della formazione padovana, ma ormai l’ambiente attende soltanto di festeggiare ufficialmente, il salto di categoria.
Per conoscere qualcosa in più della squadra veneta, abbiamo intervistato il Direttore Sportivo, Andrea Maniero, le cui parole, fra l’altro, ci hanno permesso di spaziare su alcuni temi piuttosto importanti, che interessano i club di Serie D, ma anche quelli di categorie superiori…
L’ambiente, l’equilibrio ed il risultato
La prima cosa che chiediamo al Direttore Sportivo del Campodarsego, è di ripercorrere la stagione di Serie D, che, sorprendendo più di un osservatore, la formazione padovana ha ampiamente dominato. Andrea Maniero ci racconta, allora, che: “In estate c’è stato un ridimensionamento importante rispetto agli anni precedenti. L’obiettivo principale – ci svela il dirigente – era quello di arrivare 4/5 in classifica. Nel calcio, tuttavia, quando si scende in campo, si è sempre 11 contro 11. In passato sono stato in Società come l’Abano, nel quale bisognava fare di necessità virtù, andando a prendere giocatori in varie categorie che oggi, sono anche saliti di categoria, facendo anche delle scommesse. In questo caso, non ci sono state “scommesse”, ma giocatori che hanno deciso di seguirmi e che sapevo che erano bravi e che potevano fare la differenza Poi – aggiunge Maniero – serve un bravo allenatore ed una Società “tranquilla”. Io sapevo, però, che questa era una piazza, nella quale il presidente si siede in tribuna, fa il tifo la domenica e poi se ne va. Con questo mix, pensavo si potesse arrivare quinti, poi la squadra ha ingranato, abbiamo dato spettacolo, giocando sempre molto bene, e da tutto questo è arrivato il nostro risultato”.
In diverse dichiarazioni rilasciate nel corso della stagione, il DS ha sempre mantenuto un profilo basso, richiamando l’ambiente all’equilibrio, elemento certamente importante per affrontare le difficoltà di un campionato come quello della quarta serie. E su questo aspetto Andrea Maniero dichiara che: “Ho giocato a calcio sin da bambino ed ho giocato anche tra i professionisti. Ho potuto vedere tante situazioni, come nella vita, nelle quali è facile esaltarsi se si ha un euro in più in tasca, o deprimersi se ne si ha uno in meno. Io credo però, che l’equilibrio delle persone, dei giocatori, della Società, sia una cosa fondamentale. Il mio credo e quello della mia famiglia, è sempre stato quello di costruire giorno per giorno. Quindi io penso all’allenamento di oggi, poi a quello di domani e poi alla gara della domenica. Passata quella, si esulta o si cerca di capire cosa non è andato, poi dal giorno successivo si ricomincia. Quindi io cerco di dare un po’ questo, negli ambienti in cui vado, perché, a mio parere, è la cosa giusta. Questa cosa – chiarisce il direttore sportivo – ha portato ad avere sempre una squadra “educata” e mai sopra le righe”.
La defiscalizzazione ed i progetti per il futuro
Voltando pagina, con Maniero abbiamo affrontato la questione inerente il modo con cui è possibile superare l’impasse, che l’epidemia ha imposto ai campionati. La posizione del DS è la seguente: “Credo che la defiscalizzazione sia un passo che vada attuato. Negli ultimi giorni sono andato a rivedermi i contratti di quando in vigore c’era la lira, compresi quelli dei giocatori al top in Serie A, per vedere quanto all’epoca guadagnavo. Ho visto le differenze che c’erano, non abissali rispetto all’attuale momento. Per quello che riguarda una possibile C2, oppure una Serie C di Elite, il problema potrebbe esserci lo stesso per le Società, se la fiscalità attuale rimanesse la stessa. Dal mio punto di vista, è una questione di ripartizione del denaro. Se il 70% di un’impresa va allo Stato, o va sempre bene, o quell’impresa è destinata a soffrire. La Serie A vive perché ci sono le televisioni che vanno avanti tutto, ma non si è mai pensato agli stadi, ai cinema al loro interno, insomma, quello che avviene in altri Paesi come in Germania, Inghilterra o Belgio, ovvero impianti polifunzionali che permettono di creare altro denaro. Per quanto riguarda le categorie basse – ci spiega il Direttore Sportivo del Campodarsego – sono quelle che sorreggono la torre. Quelli che comprano gli scarpini di Ronaldo, sono i bambini che giocano nei dilettanti. Ecco allora che occorre salvare le categorie in basso e questo si potrebbe fare, a mio parere, con la defiscalizzazione. La maggior parte dei giocatori professionisti italiani, del resto, provengono da società dilettantistiche”.
Guardando al futuro, il Campodarsego è destinato ad affrontare la Serie C e dunque proviamo a capire se la Società ha iniziato a progettare lo sbarco nella serie superiore. Il DS ci confida allora: “Come ogni anno, provo a fare il piano A ed il piano B, perché nel mio lavoro non sai mai se rimarrai in un posto o cambierai. Provo sempre ad avere una visuale a 360°, in tutte le categorie, cercando di capire quali giocatori possono arrivare e quali no. Un possibile piano, non lo nascondo, l’ho già portato al presidente, compatibile con una realtà come la nostra ed anche considerando l’attuale fiscalità, molto pesante. Per una realtà come questa, occorre pesare ogni centesimo, se si vuole sopravvivere. Prendo ad esempio come Società virtuosa, la Pro Vercelli, per dirne una su tutta, anche se ve ne sono altre molto brave. Come del resto anche il Pontedera, che lavora molto bene. Il mio sogno è di fare la Serie C, ovviamente, e credo che ce la meritiamo”.
Le differenze tra Serie D e Serie C ed i tifosi
In merito alle differenze che corrono tra la la Serie D e la terza serie, Andrea Maniero esprime il proprio pensiero dicendo: “Il mio umile parere, è che c’è un salto se ti confronti con realtà importanti di città importanti. Per sei anni sono stato legato al Padova come calciatore, anche se in alcune stagioni ho giocato altrove. Se ci si confronta con il Padova – prosegue il dirigente del Campodarsego – allora lì si trovano giocatori strutturati in maniera diversa, fisicamente con dei “motori” diversi. Però, negli anni, ho trovato molti giocatori in Serie D che hanno quel motore lì. Anche in Eccellenza ed oggi giocano bene in Serie D, in Serie C o anche in Serie B. Devi trovare quindi, quel giocatore giovane, che ha fame, che nessuno lo ha visto e che può fare quel tipo di percorso. Le ultime cinque della Serie C, poi, si avvicinano a squadre di Serie D, così come le prime cinque della classifica si avvicinano a quelle della categoria superiore. Poi ci sono i giovani che fanno la differenza, con squadre che fanno fare minutaggio, e dunque il giocatore ha una struttura diversa, un passo diverso, a differenza di quelli che non fanno minutaggio e che dunque sono pronti per altre categorie”.
L’ultimo argomento che tocchiamo con il Direttore Sportivo del Campodarsego Andrea Maniero, è quello dei tifosi: “Mi auguro che il peggio sia passato, perché veramente non se ne può. La gente ha voglia di tornarsi ad abbracciarsi. Sarà lunga, ma questa situazione ci ha tolto un aspetto importante. In Italia, poi, la mattina vai al bar e parli di calcio, vai a dormire e parli di calcio ancora… I tifosi hanno voglia di calcio. Il calcio, inoltre, è un veicolo per metterci alle spalle questa brutta parentesi. Mi auguro che i tifosi, in tutte le categorie, possano tornare ad esultare per la propria squadra, addetti ai lavori compresi. Questo è ciò che facciamo da quando siamo piccoli. Noi italiani abbiamo un orgoglio strepitoso e dunque, sono sicuro, ci rialzeremo”.
(Photo credit in evidenza: Campodarsego Calcio 1974)
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