Cardinale Tettamanzi: morto l’ex arcivescovo di Milano

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Di Redazione Metropolitan

Cardinale Dionigi Tettamanzi, definito l’arcivescovo degli umili.

Il cardinale si è spento ieri mattina dopo tre giorni di agonia. Ormai privo di coscienza e attaccato alle macchine che lo tenevano in vita artificialmente.

Tettamanzi aveva 83 anni. Da tempo era affetto da una grave malattia. Era stato operato varie volte. Ma negli ultimi sei mesi le condizioni si erano acutizzate.

Ieri il cardinale Angelo Scola e il neo arcivescovo di Milano monsignor Mario Delpini avevano diffuso una nota per spiegare che le condizioni di Tettamanzi si erano “particolarmente aggravate“. Accanto al cardinale c’erano i familiari e Marina, la storica perpetua.

Il cardinale Angelo Scola (Photo Credits: www.youtube.com)

 

Il nuovo arcivescovo di Milano, Mons. Mario Delpini (Photo Credits: cieloroma.blogspot.it)

L’ultima sua uscita pubblica risale al 25 marzo scorso, quando il Papa venne in visita pastorale a Milano. Tettamanzi chiese di essere trasportato in sedia a rotelle fino al Duomo. Qui Francesco lo salutò e abbracciò lungamente. Poi, il ritorno nella villa religiosa di Triuggio, Villa Sacro Cuore, dove ha trascorso gli ultimi mesi.

L’ultima apparizione pubblica di Tettamanzi in Duomo durante la visita di papa Francesco il 25 marzo scorso (Photo Credits: www.avvenire.it)

Tettamanzi raccolse il testimone, non facile, dal cardinale Carlo Maria Martini. Si presentò come era nel suo carattere: semplice, aperto, franco, umile. Sempre a fianco degli ultimi, degli emarginati, degli immigrati.

In molti lo individuarono come possibile papabile per la successione a Karol Wojtyla, nel 2005.

Da arcivescovo di Milano creò il “Fondo famiglia-lavoro” a cui donò di tasca propria un milione di euro. Cifra che poi decuplicò in pochi anni e che venne distribuita alle famiglie dei disoccupati.

La coerenza fu la virtù di Tettamanzi. Affabile con tutti. Chiamava gli interlocutori per nome. Non lasciava rito o cerimonia senza aver stretto un gran numero di mani, con sorrisi e parole per ognuno. Viene ricordato per gesti dal grande valore simbolico, che lo posero sempre dalla parte dei più deboli e delle minoranze, come la visita di Natale nel carcere di San Vittore.

Tettamanzi in visita al carcere di San Vittore (Photo Credits: www.adesso-online.de)

Questo gli valse l’amore del popolo, ma non bastò a far tacere le polemiche con il mondo politico. Tettamanzi, infatti, insistette fortemente perché il Comune concedesse agli islamici di avere i propri luoghi di culto diffusi sul territorio: “Una moschea in ogni quartiere“, chiese nel celebre discorso di Sant’Ambrogio, nel 2010. Salvini gli rispose: “La Curia ha i soldi. Dia pure le moschee agli islamici. Il Comune non lo farà“. 

Il cardinale Tettamanzi era amabile anche con gli immigrati (Photo Credits: milano.corriere.it)

Il cardinale Tettamanzi ha dedicato una parte importante della sua esistenza all’insegnamento e all’attività accademica di materie teologiche. Approfondì soprattutto questioni come matrimonio, famiglia, sessualità e bioetica.

Dionigi Tettamanzi è stato uno degli arcivescovi più amati di Milano. “Con Tettamanzi scompare uno dei protagonisti della storia religiosa e sociale di Milano” ha detto il sindaco di Milano, Beppe Sala. E aggiunge: “Milano segua il suo insegnamento”.

Il sindaco di Milano, Beppe Sala (Photo Credits: www.tgcom24.mediaset.it)

I funerali saranno martedì alle 11. Celebreranno il cardinale Scola e monsignor Delpini. Al termine della cerimonia la salma del cardinale verrà tumulata in Duomo, sul lato destro della cattedrale.

Patrizia Cicconi