L’Ippodromo, in una notte d’estate, era pieno per i quei due ragazzi che hanno cominciato pubblicando canzoni su YouTube. Se lo sarebbero aspettato, questo lieto fine?
Carl Brave, pseudonimo di Carlo Luigi Coraggio, incontra Franco Bertollini, che già aveva una collaborazione con la crew trasteverina 126, e con cui tutt’ora collabora, (gli occhi più svegli avranno visto il CXXVI tatuato e segnato ovunque), e decidono di scrivere canzoni partendo da una mansarda, a Trastevere, e di pubblicare tutto su YouTube. Istantanee. Vere e proprie Polaroid. Ed è poi il web che fa il suo corso, li porta a esplodere in un grande successo, con la pubblicazione del loro album dal titolo, appunto, Polaroid, e poi il boom di visualizzazioni su Spotify, e poi i concerti, le collaborazioni, e poi il Rock in Roma, una grande serata per festeggiare l’arrivo, il traguardo, che è la loro stessa Roma.
Un live fatto di ritmi sostenuti e un’ottima band compresa di fiati, assoli di chitarra e bonghi che sorreggono i due ragazzi nel mantenere vivo il proprio pubblico. I due hanno un grande rapporto con il proprio audience, ci parlano, scendono giù per chiedere sigarette, offrono birre, “Regà, ci siete? Ve state a divertì?” è l’urlo che parte dal palco per far caciara. E i due non hanno bisogno di rompere il ghiaccio. E’ tutta una grande festa, ed è sempre come se fossero rimasti i due ragazzi di sempre, spontanei, partiti proprio da quella mansarda.
Partono infatti i pezzi come Solo Guai, Che Regazzina, Polaroid, Lucky Strike, Argentario, quelle canzoni che evocano pezzi di vita quotidiana, di piccole storie andati in frantumi, intime, di sguardi, di errori, come tanti frammenti scattati e fermati dal tempo con una canzone. E a far da sfondo è nla bellissima Roma, con tutti i suoi vicoli, i San Pietrini, i bar, i lampioni, l’Enjoy, Porta Portese, il Tevere, Fontana di Trevi, via Sannio. Un tour diverso, quello della storia di un po’ tutti noi. Di una Roma, però, diversa, vissuta da una generazione 2.0. Con l’iPhone, le storie, i like, Instagram, i social, i selfie, gli apertivi, storie d’amore filtrate da un cellulare, silenzi dettati dal grande mostro che è Whatsapp, che un po’ lo specchio di questa generazione tutta social e poca interazione. Quella reale. E poco coraggio.
A rendere ancora più speciale la serata sono stati sicuramente gli ospiti a sorpresa. Franco porta la sua Love Gang, mentre Carl, reduce da un album da solista, Notti Brave, accoglie Emis Killa per Bretelle, Giorgio Poi per Camel Blu, Frah Quintale per Chapeu, Federica Abbate per La Cuenta per arrivare ai Big come Noyz Narcos per Borotalco. E il più atteso, Coez, che infiamma nuovamente il Rock in Roma dopo quasi una settimana, con Barceloneta (disco di platino) e Parco Gondar.
I due regazzini di Trastevere chiudono con le hit Solo in Due e Pellaria, regalando un live coinvolgente, tra evocazioni di Roma, storie spezzate ma anche tanto romanticismo, un po’ saturo di autotune.
Arianna Lomuscio