20 Agosto 1936, Milano. Nasce Carla Fracci, bambina prodigio, destinata ad essere una delle più grandi danzatrici della storia. Il New York Times l’ha definita la prima assoluta, di sempre, probabilmente per la sua artisticità. La danza è, effettivamente, un’arte, e lei la incarna alla perfezione: non aveva grandi doti fisiche come la contemporanea Sylvie Guillem, ma in scena trasmetteva emozioni ineguagliabili. Dagli anni ’50 del ‘900 la danza è cambiata tantissimo, avvicinandosi sempre di più a dimostrazioni di tecnica perfetta e di doti esorbitanti, perdendo quasi la sua essenza. Carla Fracci continua ad essere ambasciatrice della vera danza, quella fatta di piccoli gesti e di emozioni. Nel 1973 Montale le dedicò una poesia intitolata “La Danzatrice Stanca”, in occasione della sua assenza dalle scene a causa della gravidanza.
Torna a fiorir la rosa
che pur dianzi languia…
Dianzi? Vuol dire dapprima, poco fa.
E quando mai può dirsi per stagioni
che s’incastrano l’una nell’altra, amorfe?
Ma si parla della rifioritura
d’una convalescente, di una guancia
meno pallente ove non sia muffito
l’aggettivo, del più vivido accendersi
dell’occhio, anzi del guardo.
È questo il solo fiore che rimane
con qualche merto d’un tuo Dulcamara.
A te bastano i piedi sulla bilancia
per misurare i pochi milligrammi
che i già defunti turni stagionali
non seppero sottrarti. Poi potrai
rimettere le ali non più nubecola
celeste ma terrestre e non è detto
che il cielo se ne accorga. Basta che uno
stupisca che il tuo fiore si rincarna
a meraviglia. Non è di tutti i giorni
in questi nivei défilés di morte.
Carla Fracci, vita da ètoile
Dopo solo due anni dal diploma all’Accademia del Teatro Alla Scala, diventa solista e successivamente prima ballerina dello stesso ente lirico. Collabora con tantissime compagnie internazionali: dalla Germania alla Svezia, per poi raggiungere la Grande Mela. Danza, dunque, all’American Ballet Theatre. Danza con tantissimi partener di grandissimo livello tra cui Rudolf Nureyev (con lui la celebre interpretazione di Giselle), Giuseppe Picone (ora direttore del corpo di ballo del Teatro San Carlo di Napoli), Michail Baryshnikov e Roberto Bolle.
Interpreta, durante la sua carriera, i balletti più importanti di tutto il repertorio classico: da Giselle alla Sylphide, la Giulietta di Prokofiev, Odette dal Lago dei Cigni e Swanilda da Coppelia. Ma non solo: ha interpretato tantissimi balletti meno conosciuti come Medea, ddalla celebre tragedia di Seneca, Petruska e il Gabbiano.
Una direttrice d’onore
La Fracci è stata direttrice dei grandi corpi di ballo italiani: il Teatro San Carlo, L’Arena di Verona (oggi purtroppo chiuso) e il Teatro dell’Opera di Roma. Durante la sua carriera ha rimesso in scena balletti ormai perduti, anche grazie all’aiuto di suo marito, un regista. Il teatro San Carlo continua ad onorare la ex direttrice: in occasione dei suoi 80 anni fu creato un Galà di danza in sua occasione ed una festa nel nuovo Foyer del teatro.
Carla Fracci ha pubblicato da poco la sua autobiografia, intitolata Passo dopo Passo.
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