Carnevale, perché si festeggia? La festa più colorata dell’anno, ha origini antichissime: un viaggio tra tradizioni, maschere tipiche e curiosità sulla festa, fra giochi e scherzi variopinti.

Carnevale: storia e origine

Sul Carnevale e le sue origini esistono diverse interpretazioni: è una festa legata al mondo cattolico e cristiano, tuttavia, ha delle radici natali tipicamente pagane. La ricorrenza di Carnevale, infatti, affonda le radici proprio nei Saturnali risalenti all’antica Roma, dove fra gli antichi romani era solito utilizzare le maschere, o, ancora dalle feste Dionisiache greche proprie del periodo classico.https://metropolitanmagazine.it/carnevale-una-festa-sacra-e-profana/ Durante i festeggiamenti, era comune lasciarsi andare e metter da parte obblighi e impegni. Il travestimento, era volto a non rendere predominanti le differenze sociali che differenziavano il povero dal più abbiente.

Carnevale - Photo Credits: viaggibiondini.it
Carnevale – Photo Credits: viaggibiondini.it

Una volta concluse le feste, si ritornava al rigore imposto dal sistema politico-sociale sia greco che romano. Curiosamente, viene associato al periodo Carnevalesco un detto latino che riprende proprio lo spirito che gli antichi romani avevano in queste feste: «semel in anno licet insanire» , ”una volta l’anno è lecito impazzire”, il ché descrive propriamente ciò che gli antichi riti pagani dell’epoca romana rappresentavano.

Carnevale: etimologia del nome

Etimologicamente, il termine Carnevale, deriva dal latino carnem levare, letteralmente, ”levare la carne”. Questa dicitura indicava l’ultimo banchetto che, solitamente, si teneva il martedì grasso, prima del periodo di astinenza e digiuno il quale precedeva la domenica di Pasqua, quindi, l’intera Quaresima. A nessuno infatti, era concesso mangiare carne in questo periodo.

Perché ci si maschera?

Secondo numerose fonti, fra cui il retore romano Apuleio, la pratica del travestimento viene fatta risalire a delle feste in onore della dea egizia Iside. Queste tradizioni, vennero in seguito, importate nell’impero Romano. Un’usanza tipica era quella di portare un uomo ricoperto di pelli di capra in processione, e colpirlo con delle bacchette; di solito, ciò accadeva al termine dell’anno vecchio. I riti del travestimento, erano conosciuti anche in Oriente, specie a Babilonia, dove alcuni carri sfilavano per le strade simboleggiando la creazione dell’Universo attraverso la rappresentazione della Luna e del Sole.

Carnevale italiano: origini e maschere famose

Le origini del Carnevale italiano, risalgono quindi ai Saturnali dell’antica Roma, tuttavia, queste tradizioni rimasero prepotenti fino al Medioevo: il culmine dei festeggiamenti, era rappresentato da un fantoccio di pezza messo al rogo. Quest’ultimo era un’allegoria dei mali passati dell’anno precedente, appena trascorso. Quindi, la storia del martedì grasso aveva un’accezione diversa, rispetto al significato religioso che è attribuito, oggi.

Maschere tradizionali, cartina - Photo Credits: pinterest.de
Maschere tradizionali, cartina – Photo Credits: pinterest.de

I divieti che impose la Chiesa per arginare il fenomeno della festività, indussero alla nascita di molte maschere che rientrarono, in seguito, nella cultura popolare. Le maschere italiane, simbolicamente, rappresentano vizi e virtù del popolo, oltre che della nobiltà, ed il significato varia da personaggio a personaggio. Quali sono le maschere più famose?

  • Arlecchino: celebre maschera lombarda, la cui leggenda vuole che la madre, poverissima, cucì il suo vestito con le toppe rappresentanti diverse stoffe di vari colori. Doti peculiari del personaggio sono il senso dell’umorismo e la battuta pronta.
  • Pulcinella: la più antica maschera della tradizione italiana, coincide con l’origine del Carnevale. Conosciuta ai tempi dei romani ma poi sparita con il cristianesimo, risorge nel ‘500. Le sue caratteristiche principali sono l’arguzia, la sobrietà e le battute pungenti.
  • Colombina: maschera antica, addirittura fatta risalire alle commedie di Plauto, rappresenta l’ancella scaltra e maliziosa, pronta ad aiutare la sua padrona.
  • Gianduja: maschera piemontese, incarna l’uomo elegante e perbene di animo buono a cui piace il vino e l’allegria, distratto e giocoso, la sua maschera nasce intorno al 1700.
  • Pantalone: maschera veneziana, rappresenta un uomo avaro e diffidente avanti con l’età, sempre pronto a giudicare chiunque non curandosi degli affari altrui.
  • Meneghino: maschera milanese di origine romana anch’essa, rappresenta un umile servitore, rozzo ma buono, pronto ad aiutare chi si trova in difficoltà ed a deridere i nobili.

Città in cui si festeggia

Quali sono i luoghi italiani in cui la festa di Carnevale è più che sentita? Ogni regione festeggia la festa a proprio modo, ma alcuni posti hanno dei festeggiamenti molti noti. Prima fra tutti Venezia, in cui i festeggiamenti sono rappresentati da sfarzo e costumi ricercatissimi, interpretando dame e signori dell’alta nobiltà. Festeggiamenti che hanno una tradizione secolare. Che dire di Viareggio? I carri, ogni anno, rappresentano delle allegorie, così come ad Acireale, in Sicilia. Famosa è anche la celeberrima Battaglia delle Arance a Ivrea, o a Sciacca, dove vengono realizzare intere opere in cartapesta.