Il suo studio legale aveva deciso di prendere in carico ben 120 denunce, 60 uomini e 60 donne, contro il rapper Diddy. “Solo” 120, in rappresentanza delle pare oltre 3000 telefonate che il suo studio ha ricevuto da quando il rapper è stato arrestato. Tante nuove denunce, ma ancora poche prese di posizione da parte di tanti divi di Hollywood. Secondo Buzbee, Diddy sarebbe infatti solo una delle “tante persone potenti” che dovrebbero essere processate insieme al rapper per i crimini di violenza sessuale avvenuti durante i famosi White Party – i cui partecipanti stanno venendo sempre più a galla -, ma non solo, si parla anche di altri eventi e di audizioni.
C’erano anche altri minori a quelle audizioni, scrive il magazine People, tutti alla ricerca di un contratto per emergere. Dunque tutte potenziali vittime.
L’Fbi potrebbe interrogare anche alcuni attori e attrici di Hollywood per capire se fossero al corrente di questi comportamenti, in un mondo dove il gossip e la chiacchiera scabrosa sono pane quotidiano.
Uno dei nomi fatti è quello del producer e star dell’hip-hop Jay-Z, che ha collaborato a lungo con Diddy e che in queste settimane ha scelto il silenzio. Tutti sono stati a casa di Sean Combs tra il 1998 e il 2009 (e oltre), quando i White Parties erano l’attrazione più popolare della scena galmour. C’erano anche Leonardo DiCaprio, Kim Kardashian e Mariah Carey. Nessuno di loro, ad oggi, è incriminato o sotto inchiesta. Qualcuno ha deciso di parlare, con molta cautela, molti invece non aprono bocca, forse nel timore di trovarsi coinvolti.
Dopo l’arresto di Combs – descritto come un predatore sessuale violento, che stordiva le sue vittime con alcol e droghe prima di abusarne -, sono venute a galla nuove testimonianze di persone che dicono di essere state violentate alle sue feste «selvagge», aggettivo che testimoni, soprattutto famosi, hanno applicato ai celebri White Parties di Diddy negli Hamptons, il regno dei superricchi dello Stato di New York.
Nel 2002, durante un’intervista rilasciata al presentatore Conan O’Brien, Diddy snocciolò gli ingredienti per la festa «perfetta»: «Donne, donne bellissime, uomini bellissimi per donne bellissime». Poi «tanto alcol e tanta acqua perché alle donne piace bere acqua e non le vuoi deludere. Devi tenere le donne dove sono. Se serve devi chiudere le porte a chiave per non farle uscire».
Martedì scorso Tony Buzbee ha tenuto a Huston, in Texas, una conferenza stampa in cui lanciava un avvertimento. “Arriverà il giorno in cui faremo i nomi degli altri presunti autori e spettatori associati delle presunte attività illegali di Combs”, ha sentenziato. L’avvocato ha da poco dichiarato di aver deciso di rappresentare 120 presunte vittime del rapper e fondatore della Bad Boy Records, 25 delle quali, all’epoca dei fatti, a quanto pare iniziati nel 1991 tra California, Georgia, Florida e New York, erano minorenni. Quasi tutti gli accusatori hanno inoltre dichiarato di aver trovato tracce di droghe e tranquillanti per cavalli nel loro sangue dopo i presunti abusi. “Esporremo i fattori che hanno permesso questa condotta a porte chiuse. Perseguiremo la questione, indipendentemente da chi implicheranno le prove”, ha detto Buzbee che è pronto a fare nomi diversi da quello di Sean Combs. “Ci sono davvero molti nomi, è già una lunga lista, ma a causa della natura di questo caso vogliamo essere dannatamente sicuri di essere nel giusto prima di renderli pubblici”, poi conclude: “I nomi vi scioccheranno”.