Il caso Skripal continua a provocare conseguenze diplomatiche. In risposta allla decisione degli Stati Uniti, in accordo col l’Ue, di espellere 60 diplomatici russi dopo l’avvelenamento dell’ex spia russa, il Cremlino annuncia un’azione speculare, ovvero l’espulsione dello stesso numero di diplomatici Usa. La notizia arriva per bocca del ministro degli Esteri Serghiei Lavrov. Per la Casa Bianca “Non c’è alcuna giustificazione, Mosca non faccia la vittima”. E potrebbe non essere finita qui.
Le conseguenze innescate dal caso Skripal, una sorta di guerra fredda postmoderna, sembrano senza fine. L’ultima? L’annuncio del ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov di espellere 60 diplomatici americani. Avvenuto ieri con questa dichiarazione:
“In questi minuti l’ambasciatore Usa John Huntsman è stato invitato al nostro ministero, dove il mio vice Serghiei Riabkov gli sta esponendo il contenuto delle misure di risposta nei riguardi degli Usa. Esse includono l’espulsione dei diplomatici e la decisione di revocare l’assenso per il funzionamento del consolato generale Usa di S.Pietroburgo”
La Russia ha dunque deciso di chiudere il consolato Usa a San Pietroburgo. Come contromossa e reazione alla misura americana di chiudere il consolato russo a Seattle. Tutto per il caso Skripal, l’avvelenamento dell’ex spia russa, e di sua figlia, che ha ancora molti punti oscuri. Chi li ha avvelenati con la stessa sostanza nervina che veniva utilizzata nei Novichok, gli agenti chimici prodotti nei laboratori sovietici negli anni Settanta? E perché?
Caso Skripal: a che punto sono le indagini
Ed ecco ciò che sappiamo, ad oggi, del caso Skripal. Il 4 marzo l‘ex spia russa e la figlia di 33 anni escono di casa, vanno a fare un giro nel centro commerciale The Maltings. Si accasciano su una panchina vicino al mall, incoscienti. Quando li trovano, pensano che siano stati avvelenati lì. Invece sono stati colpiti nella casa che Skripal ha comprato, e si è intestato senza paure, a Salisbury.
Ed è li, nella cittadina di 45mila abitanti nel Wiltshire inglese, che lui e la figlia Yulia vengono avvelenati. Sul suolo inglese, ma con una sostanza usata negli anni ’70 in Russia.
Per il momento non sappiamo se sono stati i servizi britannici, accusati dal Cremlino, o la Russia. Il caso Skripal continua ad essere un mistero. Il 66enne ex colonnello dell’intelligence militare russa è, per la sua patria, un traditore doppiogiochista.
Tradì i servizi segreti sovietici e, nel 2010, fu salvato grazie ad un accordo Uk-Russia. A Vienna Skripal e altri quattro connazionali vengono scambiati con dieci persone condannate negli Stati Uniti con l’accusa di spionaggio in favore della Russia.
Per l’MI6, a quanto ne sappiamo, è stato un utile collaboratore. Ma di sicuro non sappiamo tutto di questa storia. Tranne che ci sono un padre e una figlia ricoverati per un attacco con una sostanza nervina che, se dovessero svegliarsi, potrebbero farlo con gravi danni cerebrali.
Federica Macchia