La controversa questione sulla prescrizione è, al momento, tutt’altro che conclusa. Il clima in Parlamento è quanto mai tempestoso e vengono meno anche le ultime certezze. Si terrà stasera il Consiglio dei Ministri, per discutere della riforma del processo penale e cercare di tirare le somme sulla prescrizione.
Stasera Consiglio dei Ministri per discutere della prescrizione. Le ministre Bellanova e Bonetti non saranno presenti. Renzi manda ultimatum a Bonafede, Conte chiede spiegazioni.
La questione è stata già affrontata con l’emendamento proposto da Forza Italia al decreto intercettazioni, ma non ha avuto seguito in quanto votata con 12 voti favorevoli e 12 sfavorevoli (che in Senato equivale al no). Oggi, la discussione si riapre, seppur con degli assenti.
La strategia di Italia Viva
Infatti, i ministri renziani Teresa Bellanova ed Elena Bonetti, rappresentanti di Italia Viva, non saranno presenti al Consiglio. La ministra Bellanova sarà impegnata in un una visita istituzionale a Mosca, ma ci ha tenuto a precisare che questa mancanza non è dovuta solo agli impegni politici.
Fonti qualificate di Italia Viva hanno giustificato tale gesto: “Non andiamo stasera al Consiglio dei Ministri perché siamo contrari al lodo Conte e quindi per coerenza non ci saremo. Il testo del lodo Conte bis se lo voteranno gli altri partiti della maggioranza”. Questa azione, in realtà, non coglie troppo di sorpresa.
Iv, infatti, si sta allontanando parecchio dalla linea del premier Conte e l’ha dimostrato votando con l’opposizione. Il senatore renziano Giuseppe Cucca, infatti, si è detto favorevole alle idee di Forza Italia che riproponeva il lodo Costa. L’opinione di Matteo Renzi è molto chiara: “su questo tema non si molla”.
Renzi sul “no” alla riforma sulla prescrizione
In un’edizione straordinaria della enews, nell’annunciare l’iniziativa “Giustizia giusta”, ha infatti scritto: “Ci sono più di mille innocenti mandati in carcere ogni anno. Lo Stato spende milioni e milioni di euro per i casi di malagiustizia. La Corte Costituzionale ha affrontato ieri i primi ricorsi contro le leggi di Bonafede dello scorso anno e ha già pronunciato la prima sentenza di incostituzionalità. E chiaramente incostituzionale è anche la proposta contenuta nel cosiddetto Lodo Conte.”
“Il garantismo sta al giustizialismo come la democrazia sta alla dittatura” aggiunge, e non manca un appunto nei confronti del Pd, che metterebbe i puntini sulle i sulla questione della scissione. “Se fosse passata la proposta di Lucia Annibali, sarebbe tornata in vigore la legge del Pd fatta da Orlando Gentiloni.”
“Invece il Pd – incredibilmente – pur di votare contro Italia Viva, ha tenuto in vigore la legge populista fatta da Bonafede Salvini. A tutti quelli che mi dicono: ma perché hai fatto la scissione? Da ieri posso rispondere anche: perché un partito che sceglie il giustizialismo contro il garantismo non è più casa mia”.
Insinua poi, il dubbio che addirittura i deputati Dem non abbiano ben inteso il significato del lodo Conte: “Appena lo leggeranno e lo capiranno ci sarà da divertirsi.” Ultima dichiarazione, diretta e fredda nei confronti del ministro Bonafede: un attacco personale- neanche tanto velato- accompagnato da un ultimatum.
“Quanto a Bonafede, che ci accusa di molestarlo (ma l’ex DJ avrà mai letto il codice penale? Lo sa che la molestia è un reato?), noi auguriamo al Ministro buon lavoro. Gli diamo due mesi di tempo. Se le cose cambiano, bene. Altrimenti ci vediamo in Senato“.
Conte: l’assenza di Iv? Inaccettabile
L’opinione del Presidente del Consiglio è stata immediata ed è arrivata a margine della sua partecipazione all’ Ucid. L’assenza di Italia Viva al Consiglio dei Ministri sarebbe “inaccettabile”, afferma, ricordando l’importanza di rispettare gli impegni per chi ricopre ruoli istituzionali di così grande spessore.
L’atteggiamento di Italia Viva non può che risultare, a suo parere, “paradossale” e “surreale”. Un atteggiamento che ci si aspetterebbe da un partito di opposizione che “fa un’opposizione aggressiva e anche un po’ maleducata”. «Credo che Italia Viva debba darci un chiarimento, non al sottoscritto ma agli italiani».
Pd: “in caso di crisi ci sono le elezioni”
Il segretario del Pd Zingaretti, intanto, aggiunge alla questione una nota quasi drammatica, affermando che la fine di questo governo coinciderebbe con la fine della legislatura, anche se considera questa eventualità ancora lontana. Ai microfoni di SkyTg24 interviene il vicesegretario del Pd, Andrea Orlando: “in caso di crisi ci sono le elezioni”.
La prospettiva dell’ennesima crisi di governo, quindi, per una parte di Pd, non sembra poi così assurda. Non si può lasciare il governo “impantanato all’infinito” sul fronte della prescrizione, perché rappresenterebbe un danno esponenziale. “I governi possono cambiare e si può andare a votare”. Nulla permette di escludere con certezza che, tra qualche tempo, sarà inevitabile tornare alle urne. Intanto, si attendono le novità sulla riforma.