“C’è ancora domani”, il caso Cortellesi e la ricetta per il buon cinema italiano

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Di Stefano Delle Cave

C’è ancora domani ha stabilito record su record con i suoi 36, 6 milioni di euro incassati diventando il film italiano più visto nel 2023. Il grandissimo esordio alla regia di Paola Cortellesi è stato seguito da poi da prestazioni altrettanto lusinghiere di “Io capitano” di Matteo Garrone e “Un Mondo a Parte” di Riccardo Milani che attualmente è il film più visto del 2024. Si tratta di 3 lungometraggi che hanno avuto una lenta lavorazione prendendosi il tempo necessario ad ottenere un buon prodotto cinematografico.

C’è ancora domani, un caso non unico

C'è ancora un domani non è un caso unico, fonte cinefacts.it
C’è ancora domani, fonte cinefacts.it

“Ci siamo trovati in situazioni in cui al termine della proiezione si creava un dibattito che era quasi una terapia di gruppo, in cui alcuni spettatori si spingevano a raccontare le proprie storie personali, tanto erano toccati dal film.”. È uno degli effetti del grande successo di “C’è ancora un domani”, raccontato da Laura Mirabella, Chief Marketing Officer di Vision Distribution a Movieplayer. Il film di Paola Cortellesi ha letteralmente sorpreso tutti incassando ben 36, 6 milioni al botteghino diventando la pellicola italiana più vista del 2023 nonostante non sia una commedia. Spesso infatti sono i film italiani comici che meglio riescono a portare il pubblico in sala diventando fenomeni da botteghino.

Invece la Cortellesi, nonostante fosse all’esordio come regista, ha sbaragliato anche improbe concorrenze come quella di “Barbie” portando sullo schermo una questione attualissima come l’emancipazione femminile trasportandola in un periodo di ricostruzione difficile come il primo dopoguerra. C’è riuscita, spiega la Mirabella, perchè “ha realizzato il film solo quando si sentiva pronta ed era convinta della sceneggiatura fino all’ultima parola” . Si è presa tutto il tempo possibile per lavora senza fretta così come è successo in altri due casi del botteghino che prenderemo come esempio.

Io capitano ed Un mondo a parte

Si tratta di due film diversissimi tra loro come “Io capitano” di Matteo Garrone ed “Un mondo a parte” di Riccardo Milani. L‘epopea dei migranti di Garrone ha conquistato critica e pubblico ottenendo una candidatura agli Oscar come miglior film straniero. Una pellicola anche in questo caso realizzata con ben due anni di preparazione e dopo, ha raccontato Garrone a Cinecittànews, che “Una serie di timori mi hanno portato a rimandare per anni, nel mezzo ho fatto Pinocchio, e poi tre-quattro anni dopo, non so come e quando ho deciso, mi sono ritrovato a lavorare su questo film: ho avuto quasi la sensazione che fosse il film ad aver aspettato e poi ad avermi detto ‘è arrivato il momento, mi devi fare tu’: è come se il film avesse scelto me”.

È questo quindi un altro esempio di come lavorare con calma mantenendo, come afferma la Mirabella “La promessa di un prodotto che sia pensato, scritto e lavorato senza troppa fretta” giova al successo del film. Basti pensare che la realizzazione di “Un mondo a parte”, per il momento il film italiano più visto nel 2024, è frutto, come ha fatto sapere il regista Riccardo Milani, di una riflessione basata su “Decenni passati in questi piccoli centri montani d’Abruzzo”. Cosi ha, grazie nche a due bravissimi attori come Antonio Albanese e Virginia Raffaele ha creato una commedia che fa divertire anche riflettere offrendo un vero e proprio spaccato di critica sociale.

Per Laura Mirabella, creare film di successo che possano suscitare la stessa ondata emotiva di “C’è ancora domani” si può. Bisogna però come già detto lavorare con calma con tutto “il tempo di raffinare il prodotto, in modo da mantenere la promessa in sala e non rompere il rapporto di fiducia con il pubblico, che Paola Cortellesi ha in qualche modo rilanciato e consolidato”.

Stefano Delle Cave

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