L’omicidio di Giulia Cecchettin è “aggravato dallo stalking” a detta del legale di Elena.
Un tremendo caso, quello di Turetta che ha ucciso la sua ex-fidanzata Giulia Cecchettin. Ma ad aggravare l’omicidio c’è il fatto che lui stesse al limite dello stalking verso di lei (con chiamate, messaggi etc.etc).
A dirlo è l’avvocato Nicodemo Gentile, legale di Elena Cecchettin, sorella della vittima. Filippo Turetta, ha spiegato il legale, ha
“dimostrato di essere un ‘molestatore assillante’
Sostiene. Quindi il suo comportamento, come sta emergendo da più elementi da noi già raccolti, è connotato da plurime e reiterate condotte che descrivono ‘fame di possesso’ verso la nostra Giulia”. Si tratta, ha chiarito, di
“un assedio psicologico che aveva provocato nella ragazza uno stato di disorientamento e di importante ansia”.
L’interrogatorio di Turetta: nessuna dichiarazione su Cecchettin nè sullo stalking
L’interrogatorio di Filippo Turetta è iniziato verso le 10. Tuttavia, oggi, già attorno alle 10:30 sono usciti la giudice e il PM. Ciò fa ritenere che il giovane non abbia risposto alle domande, avvalendosi della facoltà di non rispondere. Non si sa ancora se abbia o meno rilasciato dichiarazioni spontanee. Pare che Turetta sia stato portato nel reparto protetti (ne scrivo qui rispetto all’atterraggio in Italia dopo il suo tentativo di fuga) dedicato ai detenuti accusati di reati a “forte riprovazione sociale” che prevede non abbiano alcun contatto, a loro tutela, con detenuti per altre tipologie di reati.
La sorella di Giulia, Elena, ha un ruolo chiave. La ricordiamo per aver detto che Turetta non è “un soggetto malato” ma bensì è figlio della cultura dello stupro e del patriarcato. Come dice Jennifer Guerra:
“Nel caso di Cecchettin, l’indifferenza di fronte a certi comportamenti è stata la più chiara manifestazione della cultura patriarcale.”
Maria Paola Pizzonia, autore in Metropolitan Magazine