Il mondiale 2020 della Moto3 vede come uno dei pretendenti al titolo Celestino Vietti, pilota dello Sky Racing Team VR46. Celestino Vietti Ramus è di Coassolo Torinese, paese immerso nelle prealpi piemontesi a nord del capoluogo sabaudo. Il 13 è il suo numero di gara, poiché “Celin” o più semplicemente “Cele”, nasce il 13 Ottobre 2001 da mamma Elvira e papà Michele. È proprio il padre a trasmettergli la passione per i motori. Celestino ha ricordi sbiaditi di gare viste sul divano ad appena tre anni e, decisamente più limpidi, di una moto a tre ruote prima rifilata dal padre al fratello maggiore e, poi, lasciata a lui. Vietti ha talento e comincia dai campionati minori: già a 13 anni entra nella RMU VR46 Riders Academy che lo accoglie sotto la sua ala protettrice.
Nel 2015 Celestino è campione italiano Pre Moto3, vincendo 7 gare su 8. Nel frattempo si trasferisce a Reggio Emilia, nelle vicinanze della RMU Moto. La quotidianità è fatta di sacrifici tra allenamenti e scuola, ma il supporto della famiglia è totale. Nelle stagioni successive Celestino debutta nei campionati juniores Moto3 CIV e CEV. I risultati non sono eccezionali, complici due fratture alla clavicola. Le doti tecniche del giovane piemontese, tuttavia, restano indiscusse. L’esordio nel Motomondiale è alle porte.
L’esordio mondiale di Celestino Vietti
L’occasione propizia si chiama Giappone 2018: Bulega è infortunato e lo Sky Racing Team VR46 sceglie proprio Celestino per sostituirlo. Vietti fa il passaporto in fretta e furia e vola a Motegi. Su una pista mai vista debutta con un sorprendente 14º posto e raccoglie i primi punti iridati. La settimana successiva, in Australia, il piemontese parte 23º in griglia. In gara, Vietti, dimostra una maturità disarmante: gestisce bene le scie e sul traguardo è terzo, davanti al navigato Jorge Martin. Il primo podio non si scorda mai e Valentino Rossi, suo mentore, si sbilancia:
“Venire qua, a Phillip Island, senza avere mai visto una delle piste più difficili del campionato e fare il podio a 17 anni non è da tutti”
Vietti poi chiude il 2018 con un 10º posto a Valencia. Il 2019 è la prima vera stagione per l’italiano nel Mondiale Moto3. In sella alla Ktm dello Sky Racing Team, Vietti non delude e si laurea “Rookie Of The Year”, concludendo la stagione 6º in classifica iridata. Il piemontese firma 3 terzi posti: Jerez, Montmelò e Motegi. Spicca il podio di Barcellona, conquistato con un sorpasso all’ultima curva che ricorda proprio quello di Rossi su Lorenzo nel 2009. Le abilità di Vietti nel corpo a corpo vengono confermate in Giappone: il podio è frutto di un coraggioso sorpasso all’ultima curva ai danni di Tatsuki Suzuki.
Maturità e concretezza nel 2020 di Celestino
L’anno della maturità, in pista e fuori, è il 2020. Dopo un altro podio ad Jerez, Celestino conquista la sua prima vittoria di carriera in Austria, tra le montagne della Stiria. Vince successivamente anche a Le Mans, regolando in entrambe le occasioni il rivale diretto per il titolo Tony Arbolino. Sono due vittorie fondamentali, poiché agli occhi degli avversari e degli addetti ai lavori ora Vietti è un pilota completo, in grado di vincere e riconfermarsi. Impressiona la sua lucidità nei momenti cruciali e la sua versatilità nonostante la gioventù: a Zeltweg conduce la gara e si difende da ogni attacco di Tony, in Francia vince in rimonta grazie ad un doppio sorpasso aggressivo, ma pur sempre pulito.
La stagione ai vertici è condita anche dal secondo posto di Misano nel corso del GP dell’Emilia Romagna. Nel Gran Premio di casa Celestino è in testa per gran parte della gara, ma viene beffato da Fenati alla curva del Carro dopo un bel duello all’ultimo giro. A Settembre Vietti si diploma anche sui banchi di scuola, onorando i sacrifici suoi e dei genitori. Attualmente Celestino è distante 20 lunghezze da Arenas, leader del Mondiale Moto3.
La maturità di Celestino è quella di un ragazzo cresciuto agonisticamente lontano dalla famiglia, che non si è mai montato la testa. Grato a chi lo ha sostenuto nei suoi esordi in pista e legatissimo alle sue origini. Egli porta fiero i colori del Piemonte sulla tuta e sfodera la bandiera della sua terra in occasione di una bella prestazione. Mancano tre gare al termine del 2020: sognare è possibile, anche se a Celestino piace restare attaccato alla realtà.
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