Uno dei capolavori del Rinascimento italiano fu commissionato a Leonardo da Vinci (1452–1519). Si tratta del Cenacolo o Ultima Cena (1494–1498), ora nell’ex refettorio rinascimentale del convento adiacente al Santuario di Santa Maria delle Grazie a Milano. Il tema portatane è l’Ultima cena di Cristo con i discepoli al quale si legano una serie di letture, iconografie e significati intrinsechi all’opera stessa.
Il Cenacolo di Leonardo: il soggetto e i personaggi
La commissione arrivò a Leonardo da Ludovico il Moro l’incarico era di decorare la parete del refettorio del convento di Santa Maria delle Grazie. Il condottiero infatti elesse la chiesa domenicana adiacente al convento come sede per le celebrazioni delle messe per la famiglia Sforza
La scena descritta è quella drammaticamente descritta nel Vangelo di Giovanni quando Cristo annuncia che sarà tradito da uno dei suoi apostoli. Questo permette all’autore di mettere in scene le reazioni dei vari seguaci del Maestro. Questi, turbati dalla notizia, si agitano e ogni loro azione viene approfondita psicologicamente con un gesto che li qualifichi
Pietro per esempio impugna un coltello in modo intimidatorio apparentemente rivolto al traditore seduto tra i commensali. Gli apostoli sono disposti in semicerchio ma l’attenzione si rivolge principalmente sui particolari liturgici posti sulla mensa: il pane, il vino, il catino per la lavanda dei piedi, l’agnello e le pietanze. Il momento eucaristico è quello su cui Leonardo ha voluto dare maggiore enfasi.
Da sinistra a destra per gruppi di tre i personaggi sono: Bartolomeo, Giacomo Minore, Andrea; Pietro, Giuda, Giovanni; Tommaso, Giacomo Maggiore, Filippo; Matteo, Simone e Taddeo. La figura di Cristo è la sola serena nella concitazione generale, quasi a voler salutare serenamente i suoi apostoli. L’architettura entro cui è inserito il soggetto è semplice ed essenziale, una sala con sole tre aperture da cui proviene la luce, morbida e soffusa.
Il Cenacolo: la “letterarietà” di Leonardo
“Uno di voi mi tradirà” (GV 13, 21)
Dietro il Cenacolo risiede uno sforzo di attenersi quanto più possibile ai testi del Vangelo. La capacità immaginativa e ideativa di Leonardo in questo senso va oltre l’impresa artistica, egli cercando il più possibile di attenersi ad una “verità storica”, pur con tutti i limiti della tradizione, immagina una scena come non sarebbe dovuta essere troppo dissimile dall’immaginario comune. Vi è in Leonardo non solo uno sforzo artistico ma uno sforzo nell’interpretazione delle fonti.
Dietro ogni apostolo c’è una cena da narrare, un dramma diverso, evocato da un particolare, un oggetto, un gesto. In Cristo c’è la sommessa sofferenza dell’uomo che con sereno distacco saluta i suoi discepoli lasciando loro il dono dell’eucarestia.
I temi portanti sono naturalmente il senso di fratellanza, la comunanza dei beni, ma anche il commiato e il tradimento.
Un degrado repentino
Il Cenacolo fu realizzato con una tecnica mista secca su intonaco. Tuttavia a causa dell’ambiente umido della stanza, peraltro usata come refettorio, l’opera iniziò a deteriorarsi già vivo Leonardo che provò ad intervenire. Nel 1556 Vasari testimoniò la quasi completa sparizione dell’immagine e un altro testimone disse che nel 1642 ormai non si scorgeva più nulla.
Gravissimi danni furono arrecati dalle truppe napoleoniche che usarono il Cenacolo come stalla e in seguito altri danni furono causati durante il secondo conflitto bellico. Tralasciando interventi di restauro che nel corso dei secoli hanno spesso peggiorato la situazione, gli interventi più importanti sono stati eseguiti tra il 1978 e il 1999 con tecniche all’avanguardia che hanno permesso di fruire nuovamente di questo capolavoro.
Fece ancora in Milano ne’ frati di S. Domenico a S. Maria de le Grazie un Cenacolo, cosa bellissima e maravigliosa, et alle teste degli Apostoli diede tanta maestà e bellezza, che quella del Cristo lasciò imperfetta, non pensando poterle dare quella divinità celeste, che a l’imagine di Cristo si richiede. (Giorgio Vasari)