Silvio Berlusconi sceglie l’Emilia Romagna, da sempre roccaforte della sinistra italiana, per rilanciare la sfida di un centro-destra compatto.

Durante l’apertura di una nuova sede di FI nella regione romagnola, infatti, l’ex premier rilancia il progetto di un centro-destra unito sotto la sua direzione: “Ci attende una battaglia decisiva per il futuro del centro-destra e del Paese. Forza Italia ha il compito di guidarla”.

Di facile intuizione il “leitmotiv” che da tempo anima le campagne elettorali del Cav: «Dopo 4 governi consecutivi non scelti dagli italiani, i cittadini hanno finalmente la possibilità di scegliere da chi essere governati. Io sono convinto che sceglieranno noi, di fronte al fallimento del Pd e all’inconsistenza del M5S».

In poche battute, ma ben armonizzate, il presidente di FI lascia intendere di voler cambiare modus operandi della compagine di destra, mettendo da parte i protagonismi e rilanciando il progetto di dialogo con i “delusi” della politica. Così in un messaggio alla nuova sede emiliana: “Gli italiani sceglieranno un centrodestra unito e plurale, capace di far politica in modo nuovo senza protagonismi, capace di parlare ai cittadini che, disgustati dalla politica, non vanno più a votare”.

Non manca il solito intermezzo romantico e carico di sentimento, rivolto ai nuovi ospiti della neonata sede di FI della regione: “Nei prossimi mesi abbiamo un grande compito davanti a noi. Occorre l’impegno di ciascuno di noi, eletti, dirigenti e militanti. Occorre rinnovare prima di tutto noi stessi, ma anche aprirci coinvolgendo chi si è distinto nella professione, nel lavoro, nell’impresa, nella cultura, nel volontariato. La nostra casa che oggi viene inaugurata dev’essere una casa aperta ed ospitale, deve vivere di un rapporto organico e continuo con le forze più vive della societa’ civile. Stiamo lavorando per questo, a livello nazionale e locale”.

Infine, lo sguardo viene rivolto oltralpe. Si riaccende la passione per la politica comune europea e si riallaccia il legame con il Partito Popolare Europeo (ppe). Dopo le recente e presunta candidatura di Tajani a premier per le prossime elezioni nazionali, infatti, i rapporti con il partito dei “moderati” europei sembra essersi rinvigorito. Cosi il leader “azzurro” sottolinea la questione in un messaggio diretta ad Arturo Diaconale per la festa dell’Opinione (Marina di Pietrasanta): “Il nostro è un centrodestra che guarda all’Europa, sapendo che è importante farne parte in modo autorevole, anche per riuscire a cambiare un modello che ha fallito molti dei suoi compiti”. Conclude, poi: “Per questo motivo siamo orgogliosamente parte della grande famiglia del Partito popolare europeo”.

Il “centrodestra unito” partorito dalla sconfinata fantasia politica di Berlusconi, dovrebbe comprendere i “lumbard” capitanati da Matteo Salvini. Quest’ultimo, però, si dice totalmente estraneo a un progetto “moderato” guidato dall’imprenditore milanese. Lascia intendere, così, di non essere incline alla formazione di una lista unica e di essere disposto ad andare al voto subito, anche con il Mattarellum.

Resta da capire come il Cavaliere abbia intenzione di riformare realmente il centrodestra. Al netto dei buoni propositi e del ritrovato smalto politico, al Cav spetta una sfida di grande importanza. Riuscirà a riunire sotto il suo stendardo tutte le forze di destra? Riuscirà a imporre il suo candidato bypassando lo strumento delle primarie? Riuscirà a sottomettere la Lega Nord che scalpita per avere un posto di primo piano? Riuscirà, infine, a risultare politicamente credibile dopo tanti anni di “moria ideologica”?

Queste e tante altre sono le sfide che attendono il “vetusto” imprenditore milanese. Cosa certa è che la battaglia si giocherò fuori e dentro i “labili confini” di un “non determinato” centrodestra.

 

William De Carlo