Inutile da dirsi, come ci sono i trend beauty che vanno per la maggiore sui nostri social preferiti, così ci sono anche gli anti trend, tutti quei “trend” che tendono a fare l’esatto contrario, per andare contro tendenza rispetto a tutto ciò che indossano, rispetto al makeup che portano, ai capelli, alle unghie (tutto il mondo del beauty). Se c’è il trend delle unghie pumpkin spice latte, glazed, dai colori tenui e caldi, subito arriva la contro tendenza delle cherry nail, più deciso e d’impatto. Idem nel mondo del makeup. Quest’anno abbiamo visto le due fazioni no makeup e grunge makeup. Quindi da che le ragazze si truccano “acqua e sapone” così sono anche truccate di nero con eyeliner e smokey super marcati. E’ il tipico esempio di beauty e “anti beauty”.

Che cos’è l’anti beauty e perché è normale che ci sia

A spiegare la teoria dell’anti beauty c’è Carolyn Mair, che nel suo libro The Psychology of Fashion, ha spiegato come sia estremamente normale che si creano gruppi con fazioni a volte completamente opposte, soprattutto nello stile. “Quando una tendenza di bellezza dominante diventa pervasiva, alcune persone vogliono ribellarsi abbracciando un look alternativo che le distingua”, spiega la psicologa in un’intervista a Popsugar “La loro ribellione può essere dovuta al desiderio di esprimere la propria individualità e il proprio anticonformismo, oltre a dimostrare che amano andare controcorrente”.

Fondamentalmente, il mondo del beauty deve riuscire ad accontentare tutt*, tutt* devono avere un loro spazio e ritagliarsi il loro posticino per potersi affermare. E se ve lo state chiedendo, l’anti beauty non è una tendenza nuova. Esiste da sempre, solo che prima fare qualcosa di diverso rispetto alla massa era visto come strano. Adesso semplicemente ad ognuno il suo. Bello no? Ora l’accettazione dell’anti beauty però ha cambiato anche il modo di fare marketing. Ogni brand deve assecondare ogni trend. Perché devono poter arrivare a tutti. E questo possiamo dire che è un bellissimo passo avanti. Seppur per soldi. “I consumatori cercano sempre più prodotti e marketing che riflettano una gamma più ampia di standard di bellezza e abbraccino l’autenticità”. afferma la dott.ssa Mair. “Pertanto, la mercificazione degli ideali anti-beauty da parte dei marchi riflette la natura in evoluzione dell’industria della bellezza e la sua capacità di adattarsi alle preferenze e ai valori dei consumatori che cambiano”.

Però, usciamo dalla bolla. Non è che sia tutto rosa e fiori e tutti siano effettivamente accettati. Comunque c’è sempre bisogno che determinate pratiche diventino trend prima di essere socialmente accettate. Altrimenti sono solo piccoli gruppi. O se proprio ci va bene sono nicchie.

Gli standard di bellezza “oldie”ci saranno sempre. Ovviamente. Però l’anti beauty sta vivendo un buon momento, e noi ce lo godiamo. “La crescente spinta all’originalità e all’accettazione di sé nello spazio della bellezza è una reazione alla natura dannosa e irrealistica degli standard di bellezza tradizionali perpetuati dai media e dalla pubblicità”, afferma la dottoressa Mair. “Quando certi ideali di bellezza diventano saturi… le persone cercano alternative che permettano loro di esprimere la propria unicità”.

Cosa dire quindi? Se questo è il momento migliore per l’anti beauty prendetevelo. E ricordatevi che a prescindere da qualsiasi trend, gruppo, aesthetic, be what u want.

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