Kodo Nishimura è nato in Giappone ed è un monaco buddista, ma non solo. Nella sua storia personale si intrecciano anche altre importanti declinazioni come quella di attivista per i diritti Lgbtq+ nel mondo e di make up artist
Classe 1989, festeggia il compleanno il 13 febbraio ed è del segno dell’Acquario. Kodo Nishimura è diventato famoso dopo la sua apparizione in Queer Eye: We’re in Japan e si è consacrato sui social come uno dei volti di punta della battaglia per l’accettazione di sé contro ogni discriminazione.
Dopo aver trascorso la sua giovinezza in Giappone, decide di lasciare il suo paese per cercare qualcosa di diverso. Si trasferisce quindi a New York, dove diventa un make up artist di successo presso la Parsons School of Design. Qui il suo talento viene subito agli occhi delle personalità più importanti del settore. E’ proprio per questo che arriva a lavorare per grandissimi brand famosi in tutto il mondo.
Autostima e resilienza, nel segno della moderna interpretazione degli insegnamenti buddisti, sono due delle cifre chiave della sua storia attraverso cui cerca di motivare quanti si sentono soli, inadeguati e vittime di pregiudizi.
All’età di 18 anni aveva lasciato il Paese per raggiungere New York e spostarsi, di tanto in tanto, in Europa. Dopo aver fatto luce sulla sua identità con un cammino interiore di consapevolezza e coraggio, ha rivelato la sua omosessualità e ha deciso di tornare in patria per occuparsi della formazione dei monaci buddisti, percorso avviato anni prima dai suoi genitori all’interno di un tempio.
Il ragazzo è completamente appagato dei risultati che ha raggiunto nella sua vita, in quanto per lui è davvero importante trascorrere in armonia la propria esistenza. Per farlo ha però bisogno di capire gli altri ed è per questo che è sempre pronto ad ascoltare chi cerca il suo sostegno. Qualche anno fa il ragazzo ha scritto alcuni libri di grande successo, tra cui un’autobiografia che racconta le difficoltà di essere omosessuale in un paese come il Giappone. In questa presa di coscienza il ragazzo parla della sua vita e di tutto quello che ha vissuto in prima persona, fra cui anche la discriminazione. Vuole quindi aprire le braccia a tutti coloro che hanno vissuto o si ritrovano a vivere la sua condizione, spiegando loro che prima o poi il sole torna a splendere per tutti.