Cagliaritano classe 1936, fondatore della LUISS, ex Ministro del Governo Ciampi. Paolo Savona, il probabile Ministro dell’Economia che preoccupa Mattarella. Specializzato in Economia Monetaria presso il MIT di Boston, dall’ateneo sembra che confermino. Fermo oppositore dell’Europa e della moneta unica, quando non era ancora di moda.
Indicato prima come premier, ora come Ministro del Tesoro, il Professor Savona ha un curriculum di tutto rispetto ma, non piace ne al Quirinale ne a Bruxelles. Savona, 82 anni, si è sempre dichiarato apertamente contrario ai vincoli di Maastricht. A suo parere la politica economica comunitaria impone rigidità in un mondo che al contrario necessita di maggiore flessibilità e trasparenza. Proprio quest ultimo punto è alla base del suo ultimo progetto che lo teneva impegnato a Londra. Insieme ad un suo ex studente, Antonio Simeone, ha fondato nel 2016 il fondo di investimento Euklid, basato sulla tecnologia Blockchain. Secondo Savona il futuro della finanza è la maggior trasparenza, i fondi di investimento devono partecipare all’utile e non incassare le commissioni. Esattamente quello che Euklid fa con i propri clienti, niente più commissioni ma, una partecipazione ai guadagni del 20%. Questo a detta di Simeone (intervistato da AGI) eviterebbe la speculazione dovuta all’interesse economico del singolo Broker e favorirebbe un maggior rendimento del fondo nel suo complesso. Ieri Paolo Savona ha dato le dimissioni dal fondo di investimento londinese per “sopraggiunti impegni pubblici”. Questo ha fatto salire le sue quotazioni coma probabile Ministro del Governo nascente Lega-5Stelle. A frapporsi tra lui e il Tesoro rimane Sergio Mattarella, preoccupato che le idee di Savona possano portare ad uno scontro frontale con Bruxelles. Potrebbe essere stata proprio questa nomina l’argomento di discussione nel lunghissimo incontro tra Mattarella e Conte.
Pur ammettendo che il suo nome suscita qualche scontro, Savona afferma che: “Non voglio entrare nella tenzone. Sono disponibile per il paese, come è sempre stato, però non entro nei dettagli e nei conflitti. Se la vedano i politici”. Nonostante le sue posizioni anti-euro, il professore è una figura molto vicina al cosiddetto establishment politico italiano. Se per i Grillini sarebbe un nome perfetto per l’Economia, per la Lega è frutto di un compromesso al “ribasso”, una figura di mediazione rispetto al più estremista Borghi. A giudicare dalle passate esternazioni di Savona non emerge certo una figura da mediatore, soprattutto riguardo al ruolo della Germania in Europa. Il quotidiano “La Stampa” oggi ha pubblicato vari tratti dei suoi scritti (tra cui spicca il libro dal titolo eloquente “L’Europa dai piedi d’argilla”):
«La Germania non ha cambiato la visione del suo ruolo in Europa dopo la fine del nazismo, pur avendo abbandonato l’idea di imporla militarmente. Per tre volte l’Italia ha subito il fascino della cultura tedesca che ha condizionato la sua storia, non solo economica, con la Triplice alleanza del 1882, il Patto d’acciaio del 1939 e l’Unione europea del 1992. È pur vero che ogni volta fu una nostra scelta. Possibile che non impariamo mai dagli errori?»
E ancora:
«Non esiste un’ Europa, ma una Germania circondata da pavidi».
Sono sicuramente dichiarazioni di molto antecedenti alla sua probabile candidatura a Ministro ma, sono quantomeno indicative del suo pensiero sulle questioni europee in riferimento a Berlino. Ora Savona si dovrà scontrare con la realtà di Governo, molto complessa e vincolante, soprattutto in ambito europeo. Mattarella vigilerà su tutto l’esecutivo ma, la lente di ingrandimento è puntata sul Ministero del Tesoro, vero centro di governo di ogni paese nell’era dello strapotere della finanza.