Zlatan Ibrahimovic è uno degli ospiti più attesi della settantunesima edizione del Festival di Sanremo, condotto da Amadeus e Fiorello e in programma dal 2 al 6 marzo. Lo svedese, la cui presenza all’Ariston ha suscitato anche diverse polemiche tra i tifosi e gli addetti ai lavori, parteciperà a tutte le serate, eccetto quella del mercoledì, in cui è in programma Milan–Udinese. L’attaccante, che attualmente milita tra i rossoneri, è stato fortemente voluto da Amadeus, il quale si è detto essere rimasto affascinato dal campione e dalla sua storia. Ripercorriamo quindi tutte le tappe della carriera di Ibrahimovic, costellata di grandi successi e importanti vittorie in giro per l’Europa.
Gli inizi al Malmö e l’esplosione all’Ajax
Zlatan Ibrahimovic, nato a Malmö il 3 ottobre 1981, vive un’infanzia complicata, per le difficili condizioni economiche e sociali vissute dalla sua famiglia, immigrata in Svezia dalla Jugoslavia. Lo svedese ha però sottolineato come nonostante questi ostacoli il supporto di suo padre e la sua caparbietà lo abbiano aiutato a realizzare il suo sogno. Sin da bambino il suo talento è cristallino, soprattutto quando, entrato dalla panchina, ribaltò uno 0-4, segnando 8 reti e portando la sua squadra al successo. Esordisce con la maglia del Malmö nel 1999 e in due stagioni realizza 16 gol in 40 presenze. Le sue grandi prestazioni sono notate dall’osservatore danese Olsen, che porta Ibrahimovic all’Ajax; in Olanda vince ben due campionati, una coppa nazionali e una Supercoppa. Sotto la guida di Koeman, realizza 48 reti e 15 assist attirando l’attenzione di diversi club in Europa.
La consacrazione in Italia e la parentesi al Barcellona
Gioca da protagonista nella nazionale svedese l’Europeo del 2004, segnando anche un gol decisivo per eliminare l’Italia dal girone eliminatorio. In estate Ibrahimovic viene acquistato dalla Juventus per 16 milioni di euro. Tra i bianconeri lo svedese si consacra nel panorama europeo sotto la guida di Fabio Capello, da lui ritenuto l’allenatore maggiormente incisivo nella sua crescita. A Torino accompagna prestazioni di grandissimo livello a colpi di testa dovuti alla sua forte tempra caratteriale; uno degli episodi più noti è la testata a Mihajlovic durante un Inter–Juventus del 2005, che gli costa tre giornate di squalifica. Nella sua prima annata in Italia realizza 16 gol in 35 presenze, dando un apporto decisivo alla vittoria dello scudetto.
Dopo un altro anno in bianconero, in seguito alla retrocessione in Serie B per lo scandalo Calciopoli, passa all’Inter, con il chiaro obiettivo di riportare i nerazzurri alla vittoria. Non si smentisce e da grande protagonista vince per tre anni consecutivi il campionato, diventando l’uomo simbolo della squadra di Mancini prima e di Mourinho poi. In particolare durante l’annata 2007-08, porta l’Inter al successo con una doppietta all’ultima giornata di campionato contro il Parma. Nella stagione successiva vince la classifica marcatori, arrivando a quota 66 reti in tre anni in nerazzurro. Nell’estate del 2009 riceve la chiamata del Barcellona di Guardiola, con cui il rapporto non riuscirà mai a decollare, segnato da molteplici divergenze. La sua avventura in blaugrana è probabilmente quella maggiormente negativa della sua carriera, nonostante i 22 gol in 46 presenze.
Zlatan Ibrahimovic e il Milan: un cerchio destinato a chiudersi
Adriano Galliani negli ultimi giorni di mercato dell’estate 2010 riporta lo svedese a Milano, ma in sponda rossonera. Ibrahimovic ha sempre riconosciuto il Milan come il miglior club della sua carriera e a cui rimarrà sempre legato; dopo 7 anni di digiuno, trascina i rossoneri alla vittoria del campionato. L’anno dopo è ancora decisivo nel derby di Supercoppa Italiana, segnando il gol del definitivo 2-1. La stagione 2011-12 sarà l’ultima in rossonero e lo svedese sarà ancora capocannoniere in Serie A, prima di essere ceduto insieme a Thiago Silva al PSG. In Francia vince tutto tra campionato e coppe, eccetto la Champions League, di cui però diventa il miglior marcatore parigino.
Dopo quattro anni con la maglia del PSG, passa a costo zero all’età di 34 anni al Manchester United, ritrovando José Mourinho. Segna all’esordio e vince al suo primo anno l’Europa League, pur non partecipando alla finale a causa della rottura del legamento crociato ad aprile. L’arrivo di Romelu Lukaku tra i red devils e un calo di rendimento portano Ibrahimovic a lasciare Manchester per approdare tra i Los Angeles Galaxy, dove realizza una doppietta all’esordio nel derby. Negli Stati Uniti mette a segno 53 reti in 58 partite e chiude la sua avventura nel novembre 2019. A gennaio 2020 ritorna al Milan, risollevando l’andamento negativo della stagione dei rossoneri e trascinandoli alla qualificazione in Europa League. L’anno successivo diventa ancora una volta protagonista, portando i compagni a lottare per lo scudetto, all’età di 39 anni.
Il ritorno in Nazionale di Zlatan Ibrahimovic
Dopo diversi dissidi con il commissario tecnico per la mancata convocazione di Ibrahimovic ai Mondiali di Russia 2018, pare che l’attaccante del Milan possa prendere parte agli Europei in programma quest’estate. Andersson ha chiarito infatti che ha parlato e risolto le vecchie ruggini con il calciatore, spiegando che è disponibile al dialogo ma che non ha preso alcuna decisione. Per adesso in campo ha mostrato di meritare ancora un posto nella nazionale svedese, sebbene uno stop di 10 giorni dopo l’infortunio di ieri sera. Ciononostante vedremo il talento rossonero per quattro serate al Teatro Ariston di Sanremo, con molte sorprese in programma in un ruolo inedito.
Francesco Ricapito
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