Continuano ad emergere nuovi dettagli sulla morte di Gianmarco Pozzi, il cui caso sarà oggetto di un servizio speciale a Le Iene. Dalle macchie di sangue, alla carriola fino alle dichiarazioni di nuovi testimoni, tutto quello che c’è da sapere sulla misteriosa morte del pugile romano

Nuove, importantissime novità quelle in arrivo sul caso di Gianmarco Pozzi, il pugile 28enne originario di Roma ritrovato senza vita nell’agosto del 2020 a Ponza, dove si trovava per lavorare.

Uno dei casi più complessi mai esistiti, quello di Gianmarco, nel quale l’omertà delle persone a lui vicine e i gravissimi errori procedurali commessi a ridosso della morte continuano a farla da padrona.

Come abbiamo riportato in questi articoli, infatti, a seguito del ritrovamento del corpo di Gianmarco all’interno dell’intercapedine di un’abitazione del posto, poi fatta ripulire con candeggina sotto ordine dei Carabinieri, le indagini non hanno preso il via in quanto la morte è stata liquidata come suicidio.

Inizialmente si è parlato, infatti, o di un gesto volontario da parte di Gianmarco o di una caduta accidentale.

Un’ipotesi, questa, che non ha retto fin dal principio. Le gravissime lesioni presenti sul corpo della vittima, infatti, ci dicono tutt’altro. Ma non solo.

Fra dichiarazioni contraddittorie, testimoni anonimi che non si vogliono palesare e incompatibilità nelle modalità di ritrovamento del corpo con la potenziale caduta, sono state aperte delle indagini per omicidio. 

L’ex pm Siravo è stata sostituita dall’attuale pm Flavio Ricci che, come è stato riferito dall’avvocato della famiglia Fabrizio Gallo, sta dimostrando tutta la volontà di andare fino in fondo alla questione, per poter dare giustizia alla famiglia e a tutti i cittadini italiani.

Un’altra questione fondamentale, molto probabilmente la più importante in assoluto, riguarda la presenza di una testimone oculare che avrebbe visto, dal vivo, l’omicidio di Gianmarco a Ponza.

Chi era Gianmarco Pozzi, detto Gimmy?

Gimmy era il soprannome affettuoso con cui gli amici chiamavano Gianmarco Pozzi, un giovane combattente di Kick boxing e Muay Thai, trovato morto il 9 agosto 2020 in circostanze sospette. Quando ha perso la vita aveva soltanto 28 anni ma già era un campione nello sport: nel 2014 esordì come campione mondiale dilettanti di Kick Boxing e l’anno dopo conquistò anche la cintura della WFC della categoria. Nel 2015 vinse il campionato europeo nella Muay Thai con la IAKSA.

Amava lo sport, il divertimento, le serate con gli amici e le ragazze, come tutti i ragazzi della sua età. Nel 2020 anno lasciò il ring per lavorare come buttafuori nei locali di Ponza, l’isola laziale meta gettonata di gran parte della gioventù romana. Il lavoro che stava svolgendo lo portava a star fuori tutta la notte, fino all’alba.

La mattina dell’8 agosto 2020 il corpo senza vita di Gimmy è stato ritrovato riverso a terra in un’intercapedine vicino a un’abitazione che il giovane pugile romano aveva preso in affitto. Era disteso per terra, in costume da bagno, scalzo e senza i suoi effetti personali, con profonde ferite alla testa.