È la teologa tedesca Johanna Rahner a proporre con forza un cambiamento nella chiesa. «chiunque non voglia cambiamenti non è altro che un razzista». Le spinte progressiste all’interno del sinodo vorrebbero riformare il cattolicesimo avvicinandolo ad alcune posizioni del protestantesimo luterano. Sacerdozio femminile, matrimoni gay, comunione ai divorziati, abolizione celebrato preti sono le misure più discusse.
La posizione della teologa tedesca Johanna Rahner
In particolare la discussione sul ruolo delle donne potrebbe creare un vero e proprio scisma tra i cattolici tedeschi. Secondo Johanna Rahner:
“occorre parlare della discriminazione in atto contro le donne e che le donne nella Chiesa non sono quelle che possono cambiare le cose ne consegue che gli uomini avrebbero dovuto fare della questione della giustizia di genere la loro questione“.
Le reazioni alla teoria di Rahner
Le tesi della teologa sono state riportate anche da KNA, l’agenzia di stampa dei vescovi di Germania. Il giovane vescovo di Passau Stefan Oster, allievo di Joseph Ratzinger, risponde alle accuse di razzismo attaccando i media cattolici che hanno diffuso critiche alla dottrina:
“Ciò che è grottesco è che noi vescovi, ai quali spetta la speciale responsabilità di difendere la dottrina, permettiamo pure il finanziamento (con i soldi della Chiesa) di certi media cattolici ai quali forniamo così un grande palcoscenico per essere definiti razzisti“.
Di fronte a questo attacco diretto il gruppo cattolico pro-riforma “Noi siamo la Chiesa” critica l’intenzione di Oster di censurare e non dare rilevanza alle opinioni diverse dalla sua e da quelle dominanti:
“Rivelatore che il vescovo di Passau, nel mezzo del processo del Cammino sinodale in Germania, rivolga minacce contro i teologi che la pensano diversamente e anche contro i media cattolici che sono disposti a impegnarsi nel dialogo”.
La discussione sul sacerdozio femminile
La discussione sul sacerdozio femminile è complessa e quasi millenaria. Però oggi viene da chiedersi quali siano le basi su cui si fonda la posizione della dottrina Cattolica, tema su cui si sono esposti tra i tanti Papa Paolo VI e Giovanni Paolo II. Per riassumere in breve le posizioni della dottrina cattolica citiamo una lettera di Papa Paolo VI del 30 novembre 1975 all’Arcivescovo di Canterbury, che scrive:
“Essa [la posizione della Chiesa Cattolica] sostiene che non è ammissibile ordinare donne al sacerdozio, per ragioni veramente fondamentali. Queste ragioni comprendono: l’esempio, registrato nelle Sacre Scritture, di Cristo che scelse i suoi Apostoli soltanto tra gli uomini; la pratica costante della Chiesa, che ha imitato Cristo nello scegliere soltanto degli uomini; e il suo vivente magistero, che ha coerentemente stabilito che l’esclusione delle donne dal sacerdozio è in armonia con il piano di Dio per la sua Chiesa”.
Una lettera di Giovanni Paolo II del 22 maggio 1994 su questo stesso tema condivide la posizione di Paolo VI e aggiunge che: “La presenza e il ruolo della donna nella vita e nella missione della Chiesa, pur non essendo legati al sacerdozio ministeriale, restano comunque assolutamente necessari e insostituibili“.