L’ospedale Nasser nella città meridionale di Khan Younis non è più funzionante da domenica mattina, ha annunciato il portavoce del ministero della Sanità di Gaza.
L’ospedale ospitava ancora decine di pazienti affetti da ferite di guerra e dal peggioramento della crisi sanitaria a Gaza, ma non c’era nè energia nè personale sufficiente per curarli tutti, hanno detto i funzionari sanitari. Qidra ha detto che la fornitura di acqua all’ospedale è stata interrotta perché i generatori erano fuori servizio da tre giorni, le acque reflue stavano allagando i pronto soccorso e il personale rimanente non aveva modo di curare i pazienti in terapia intensiva.
Lo riferisce su X il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus, aggiungendo che “sia ieri che l’altro ieri non è stato permesso al nostro team di entrare in ospedale per valutare le condizioni dei pazienti e le necessità mediche più urgenti, nonostante avesse raggiunto il complesso per consegnare carburante insieme ai partner”.
Il numero uno dell’Oms precisa che “ci sono ancora circa 200 pazienti. Almeno 20 necessitano di essere trasferiti urgentemente in altri ospedali per ricevere assistenza”.
Gli ospedali di Gaza sono stati un punto focale della guerra tra Israele e i miliziani di Hamas. L’offensiva aerea e terrestre di Israele ha devastato gran parte della Striscia e costretto quasi tutti i suoi abitanti ad abbandonare le loro case. Le autorità sanitarie palestinesi affermano che 28.985 persone, per lo più civili, sono state uccise.
Le forze di terra israeliane avevano lanciato giovedì un raid sull’ospedale Nasser. L’esercito ebraico ha sostenuto che centinaia di militanti si nascondevano nell’ospedale e alcuni si erano spacciati per personale medico. E diffuso immagini di armi che sarebbero state trovate insieme a farmaci trasferiti da Israele e destinati agli oltre 100 ostaggi rapiti da Israele e detenuti da Hamas.