Churchill, il vizio della democrazia

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Di Redazione Metropolitan



Al teatro Alighieri di Ravenna Winston vs Churchill
con Giuseppe Battiston e Maria Roveran
diretti da Paola Rota

In scena ieri sera in prima nazionale al Teatro Alighieri Churchill vs Churchill, tratto da Churchill, il vizio della democrazia di Carlo G. Gabardini.

I dialoghi che  scivolano su ricordi e battute, aneddoti. Ma anche sugli incubi che tornano a tormentare l’uomo responsabile della morte di 143mila uomini nella campagna di Gallipoli. Churchill contro se stesso? Forse. Perché se Churchill è il sagace e l’irriducibile che si fa beffe di Van Gogh nel gioco delle citazioni sulle ultime frasi famose pronunciate dai grandi della storia prima di morire, dicendo che “la tristezza non durerà per sempre”, il cane nero della depressione lo insegue senza sosta.

Una retrospettiva dell’uomo politico forse più controverso del ‘900, interpretato da Giuseppe Battiston per la regia di Paola Rota. Fisicità imponente, ironico ma spesso infuriato, sigaro e bicchiere di whisky in mano, ecco lo statista eletto cinque volte primo ministro del governo inglese che guida un battibecco esilarante con  la sua infermiera. Siamo in uno scarno interno domestico anni Cinquanta che rimane sempre sospeso tra memoria, sogno e realtà.

Il ricordo della figlia suicida e quello di tanti soldati sacrificati durante la guerra contro Hitler si smorzano sotto l’effetto inebriante di un pubblico immaginario che lo ascolta ancora, sedotto dalle sue parole. “Io non so costruire un cacciatorpediniere – dice alla ragazza – ma so che cosa sono in grado di fare le persone”.

Un’abilità oratoria che lo ha portato lontano, a dispetto della scarsa considerazione di suo padre. Che gli ha fatto pronunciare le celebri frasi sarcastiche come quella sugli italiani che “perdono le partite di calcio come se fossero  la guerra e perdono le guerre come se fossero partite di calcio”.

Che sui politici dice senza pudore che devono avere la capacità di prevedere “cosa accadrà domani, dopodomani, fra una settimana, fra un mese, fra un anno…. E poi convincere gli elettori sul perché quello che era stato previsto non si è mai avverato”.

CHURCHILL VS CHURCHILL (PHOTO CREDITS RAVENNA TEATRO)

Battiston nei panni di Churchill  ricalca benissimo la postura sgraziata e la vitalità prorompente, mentre Maria Roveran nei panni dell’infermiera posata, pungente e un po’ malinconica, fa da contraltare in questo duetto con cui Rota vuole ricordare l’iconicità di Churchill come simbolo del Novecento che ha saputo dire di no alla dittatura e che dietro il sarcasmo sapeva ascoltare, entrare in empatia, capire l’uomo.

Anna Cavallo