In Cina, nonostante i lockdown, la situazione non migliora, con quasi 9.000 infezioni riportate.
Dopo la forzata chiusura della zona di Shenzhen, durata fino al 20 marzo, ed altri lockdown locali, la nuova variante sembra preoccupare.

Cina ancora una volta in lockdown

Si era già deciso che a partire da lunedì 28 marzo, Shanghai sarebbe tornata in lockdown. Decisione presa a fronte dell’aumento di casi dell’epidemia di coronavirus alimentata dalla variante Omicron.
Contrariamente ad altri casi, le restrizioni non sono imposte nello stesso momento a tutta la città, ma sono applicate per settore, alternandosi. Fino al 1 aprile, verranno “chiuse” le aree ad est del fiume Huangpu e alcune di quelle ad ovest.
Dal primo aprile al 5 aprile, si chiuderanno le aree rimanenti, compreso il centro culturale della città. Nonostante queste precauzioni, continuano a crescere i casi di Covid-19 a Shanghai, con metà della città già al terzo giorno di “chiusura”.
La strategia della Cina, come successo sin dall’inizio della pandemia, resta quindi quella dei lockdown con i tamponi di massa.


In base ai dati postati dal governo locale, i contagi si sono più che triplicati fino a 326 (dai 96 di lunedì), mentre i portatori asintomatici sono saliti a quota 5.656. Questi i dati riportati di martedì.
Nell’intera Cina si registrano invece quasi 9.000 infezioni, di cui 1.565 di trasmissione domestica.
Numeri relativamente bassi per i canoni occidentali, ma allarmanti per il Paese stesso, che opta per drastiche misure alle prime avvisaglie di aumento di contagi.

Beatrice D’Uffizi

Seguici su Instagram: https://www.instagram.com/metropolitanmagazineit